Nel novembre scorso si è svolto, in streaming, un convegno dedicato alla figura eclettica e dirompente del napoletano Guglielmo Giannini (1891-1960), giornalista, drammaturgo, sceneggiatore, regista teatrale, regista cinematografico e uomo politico. L’evento, dal titolo “Guglielmo Giannini. Spettacolo e attivismo politico”, è stato organizzato dalla School of Communication and Creative Arts della Deakin University di Melbourne, Australia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.
Guglielmo Giannini si era fatto conoscere come giovane commediografo negli anni Venti, per affermarsi come protagonista del teatro italiano negli anni Trenta e Quaranta, in particolar modo per il suo contributo allo sviluppo dei generi noir, giallo e della commedia romantica. Fondatore e direttore della rivista cinematografica «Kines», Giannini è stato anche un’importante figura nell’industria italiana del cinema muto, fornendo la traduzione per il pubblico nazionale di titoli e didascalie di produzioni straniere. Negli anni del fascismo alcuni dei suoi più celebri lavori teatrali furono adattati per il grande schermo, come Anonima Fratelli Roylott diretto da Raffaello Matarazzo nel 1936 e Grattacieli, diretto da Giannini stesso nel 1943. Con la creazione nel 1944 del settimanale «L’uomo qualunque», Giannini fondò e promosse il “qualunquismo” quale movimento politico. Grazie al 5,3% ottenuto alle elezioni del 1946, divenne membro dell’Assemblea Costituente, che aveva il compito di redigere la costituzione della nascente Repubblica Italiana. In seguito fu nuovamente protagonista, sia in radio che in televisione, in qualità di autore, performer e personaggio politico. Giannini rimase quindi fino alla morte, avvenuta nel 1960, un esponente di primo livello del panorama mediatico italiano, per la sua produzione interdisciplinare e transmediale, ma anche personaggio controverso, bersaglio di feroci critiche, accusato spesso di populismo e scarsa cultura.
Dai lavori del convegno è nato il volume Guglielmo Giannini, uomo di spettacolo, curato da Mariagabriella Cambiaghi, Raffaele De Berti, Victoria Duckett e Elena Mosconi, uscito a giugno 2021 per le Edizioni di Pagina, in versione cartacea e ebook.
Attraverso gli interventi dei relatori che hanno preso parte al convegno, il volume ricostruisce per la prima volta l’attività di spettacolo svolta da Guglielmo Giannini nell’intero corso della sua vita. A partire da una mole di documenti inediti conservati presso la famiglia, che hanno dato luogo a un archivio digitale («Guglielmo Giannini: A digital archive of theatre, film, entertainment and political activism»), i vari saggi mettono a fuoco sia la figura del politico, la cui azione si colloca all’origine dei movimenti ‘qualunquisti’, sia, soprattutto, quella dell’uomo di spettacolo. I contributi fanno luce non solo sulla produzione nell’ambito del teatro giallo, ma anche sulla sua “officina” drammaturgica, tanto nel periodo tra le due guerre quanto in quello successivo, nonché sull’attività critica. Parallelamente, viene ricostruita l’attività di Giannini nell’ambito cinematografico come riduttore e adattatore di pellicole americane, ma anche sceneggiatore e regista di film, nel quadro della crescita del cinema nazionale durante il periodo fascista. Tanto come cineasta che come critico, l’idea di Giannini è quella di un cinema medio per un pubblico ampio e popolare. Come emerge chiaramente dal volume, le sue competenze, la perfetta conoscenza dei meccanismi dello spettacolo e l’indubbia capacità di raggiungere il pubblico hanno rappresentato senz’altro una palestra per la successiva attività politica di Giannini e, forse, ne spiegano anche il successo.
Tra i numerosi saggi che compongono il libro citiamo almeno: Il teatro poliziesco e Guglielmo Giannini, di Paolo Quazzolo; Guglielmo Giannini e il teatro agit prop liberale, di Franco Perrelli; Cinecittà e Giannini, di Gian Piero Brunetta; Un cineasta “qualunque”? Anticipazioni del pensiero politico di Guglielmo Giannini nella sua opera cinematografica, di Rinaldo Vignati; Grattacieli, ovvero delitto ai piani alti. America, americanismo e antiamericanismo in un film di Guglielmo Giannini, di Mario Galeotti.
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