Antonio Diodato è un giovane cantautore, ha partecipato al Festival di Sanremo 2014 nella categoria giovani proposte con il brano Babilonia che sta scalando la classifica Indie Music Like.
Nel 2013 grazie all’incontro con Daniele Tortora, produttore romano che aveva già collaborato con Afterhours, Roberto Angelini, Nidi d’Arac, Niccolò Fabi e Planet Funk , inizia la collaborazione per il suo album dal titolo “E forse sono pazzo” uscito ad aprile 2013.
Il disco suscita immediatamente interesse. Sono molte le interviste ed esibizioni live che Diodato realizza in programmi di qualità come Radio 2 Twilight , Suoni d’Estate su Radio 1, Piazza Verdi su Radio 3, Isoradio, ma anche Music Corner con Ernesto Assante.
“E forse sono Pazzo” viene recensito ottimamente su diverse testate nazionali come XL di Repubblica, Il Mucchio, Il Messaggero, La Gazzetta dello Sport e su decine di pubblicazioni on line.
“Ubriaco”, il primo singolo video che accompagna il disco, ottiene passaggi in molte testate radiofoniche su tutto il territorio nazionale. Il video viene anche selezionato da MTV New Generation.
A Marzo inizierà il suo tour di showcase in giro per l’Italia, dove suonerà i brani contenuti nell’album. Per l’occasione noi di MyReviews.it lo abbiamo intervistato.
Come hai appreso la notizia della partecipazione a Sanremo giovani, e come è stata l’esperienza?
L’ho scoperto in treno mentre tornavo da Torino, insieme al mio manager e produttore, da quel momento è iniziato a squillare il telefono, perché oggi con i social si sà tutto subito! È stata un’esperienza meravigliosa soprattutto dal punto di vista umano, tra noi delle nuove proposte si era creato un bel rapporto, mi sono sentito a casa, grazie a tutta la squadra con cui ho lavorato in questi anni. Un’esperienza intensa e positiva.
Il brano “Babilonia” è il più trasmesso dalle emittenti radiofoniche, sei soddisfatto? Aspettavi questo successo del brano?
Non mi aspettavo tutta questa attenzione dalle radio, ma soprattutto dalla gente che mi ha scritto cose incredibile sui social, sono felice.
Come è nata la passione per la musica?
È nata per gioco, ho cominciato a suonare da ragazzino con gli amici nella cantina, a poco a poco è diventato tutto più serio, mi sono concentrato molto sulla musica. Mi sono trasferito a Roma, e ho cominciato a suonare nei locali, imparando anche tante cose. Con un gruppo di musicisti ho iniziato a lavorare sui brani, e poi l’incontro con Daniele Tortora, che ha lavorato con me al mio primo disco.
Sei un artista che ha fatto molta gavetta suonando nei locali, cosa ne pensi oggi dei talent? Avresti partecipato?
Non ho mai provato il provino per un talent, non mi piacciono particolarmente, li trovo adatti agli interpreti perché danno la possibilità di far notare le proprie doti canore. Credo ci sia uno sfruttamento dei piccoli artisti, sembra quasi una catena di montaggio. Inoltre dal punto di vista umano, avevo la sensazione che fossero qualcosa di molto lontano da me.
La tua cover del brano “Amore che vieni, amore che vai “di Fabrizio De Andrè, è stata scelta da Daniele Luchetti per la colonna sonora del film “Anni felici”, un po’ lontano dal tuo stile, come è stata l’esperienza?
Inizialmente ho suonato quel pezzo, mi sono subito reso conto che veniva fuori qualcosa di mio, ma molto lontano dal mio stile e dalla mia vocalità. Un brano che ho sempre apprezzato. Sentivo molto mie le parole, poi con la band è venuto fuori un arrangiamento molto rock, e quando ho deciso di metterla nel disco, Lucchetti ha voluto inserirla nel film. Mi ha portato molta fortuna e lo ringrazio di questa opportunità. Anche i fan di De Andrè ne sono rimasti entusiasti, sono contento perché ho messo tutto l’amore che ho per la musica di De Andrè.
Tu sei un cantautore, a cosa ti ispiri quando scrivi i testi?
Semplicemente alle cose che mi succedono nella vita di tutti i giorni, alle considerazioni che faccio in alcuni momenti della mia vita. Babilonia, per esempio, è un brano molto intimo, molto personale, in cui vivo delle sensazioni che ho provato in un momento particolare, quindi dipende dagli stati d’animo, molto spesso mi faccio guidare da questi.
Cosa consigli ai giovani che vogliono far conoscere la loro musica o che magari non sanno come presentarsi ai discografici?
Oggi la tecnologia ci aiuta, da la possibilità di produrre musica. Non credo di poter dare consigli a nessuno, l’unica cosa che mi sento di poter dire è di essere convinti delle cose che si fanno. Bisogna registrare, darsi da fare, non stare lì ad aspettare che venga qualcuno, altrimenti si finisce di non concludere niente. Una volta che si è convinti, bisogna fare le cose al meglio come se si avesse l’intenzione di pubblicare già qualcosa, poi di farle ascoltare e di suonarle dal vivo, perché il live è fondamentale, aiuta a maturare.
I tuoi prossimi impegni?
Tra poco inizierò un tour di showcase in giro per l’Italia, negli store per incontrare la gente. Dopo questo tour iniziale per la presentazione del disco, partiremo con dei concerti assieme a tutta la band.
Ringraziamo Diodato per l’intervista, e facendogli un grandissimo in bocca a lupo per il suo tour, vi ricordiamo che sul sito www.diodatomusic.it potrete trovare tutte le date.
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