“Al mio segnale, scatenate l’inferno!”. Alzi la mano chi non ricollega immediatamente questa frase ad uno dei film più acclamati degli ultimi anni. A pronunciarla è Russell Crowe nei panni di Massimo Decimo Meridio protagonista de ‘Il Gladiatore‘ che nel 2001 valse l’Oscar al ‘Miglior attore protagonista’ proprio all’attore nato in Nuova Zelanda. Il film è ormai un classico della storia del cinema grazie anche alle splendide interpretazioni degli attori e al grande lavoro svolto dal regista Ridley Scott. Ma chi c’è dietro a questa storia? Sono tre i nomi che, elencati qui in ordine cronologico, hanno contribuito alla realizzazione della sceneggiatura di questo film: David Franzoni, John Logan e William Nicholson. Gli ultimi due furono pure candidati all’Oscar sempre nel 2001 per la loro sceneggiatura de ‘Il Gladiatore‘ ma, alla fine, la statuetta andò a Cameron Crowe per il film ‘Quasi Famosi’.
William Nicholson però non è solo lo sceneggiatore del film diretto da Ridley Scott, ma è anche stato (ed è tutt’ora visto i tanti impegni che lo aspettano) sceneggiatore di tante altre importanti pellicole cinematografiche e scrittore di romanzi di successo. Autore della trilogia ‘Vento di fuoco‘, cinematograficamente parlando ha scritto anche le sceneggiature di film come ‘Elizabeth – The Golden Age’, ‘Il primo cavaliere’, ‘Les Miserables’ e ‘Mandela: long walk to the freedom‘, senza dimenticare ‘Viaggio in Inghilterra‘ che gli valse la sua prima nomination all’Oscar nella categoria ‘Miglior sceneggiatura non originale’. I progetti dello scrittore e sceneggiatore britannico però non si fermano qui dato che è già al lavoro per i suoi nuovi obiettivi e impegni: un nuovo libro, una serie TV di spessore e diversi film che presto andranno sul grande schermo. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva William Nicholson per parlare con lui del suo lavoro e della sua carriera tra progetti del passato, del presente e del futuro.
Ha scritto tantissimi romanzi, molte sceneggiature per dei film e diverse opere teatrali. Che genere di opere preferisce scrivere solitamente?
Perlopiù amo scrivere romanzi, perché lì il lavoro si basa tutto su ciò che scrivo io e ho la possibilità di scavare in fondo alle menti e ai cuori dei miei personaggi. Altri motivi per cui mi piace scrivere libri, è che non ci sono limiti e hai più libertà di scelte perché non ci sono grosse aspettative da parte del pubblico: posso essere strano così come piace a me. Ma dopo che ho scritto libri per un po’, mi rituffo nel confusionario mondo cinematografico. Ma in conclusione posso dire che mi piace fare un po’ di tutto.
Lei è stato nominato due volte per l’Oscar: la prima per ‘Viaggo in Inghilterra’ (titolo originale: ‘Shadowlands’) nel 1993, la secondo nel 2001 per ‘Il Gladiatore’. Che ricordi conserva di queste esperienze? Secondo lei, che qualità deve avere una sceneggiatura per vincere l’Oscar?
Sono davvero molto fiero di essere stato nominato ma, ad essere sincero, è stata principalmente fortuna. Molto dipende anche dai film che sono stati rilasciati quell’anno. Per farti un esempio la mia sceneggiatura per il film ‘Mandela: Long walk to freedom’ era una delle mie migliori a mio avviso, ma è stata superata da ’12 anni schiavo’. Quindi secondo me ciò che serve a una sceneggiatura per vincere un Oscar è la fortuna di avere un grande regista e dei grandi attori oltre che, spero, la capacità di fare bene il tuo lavoro. Questo significa anche che devi avere la volontà di continuare e apportare modifiche finché non ottiene il risultato migliore a cui puoi ambire.
In particolare ‘Il Gladiatore’ è probabilmente uno dei più popolari e più amati film nella storia del cinema. Cosa può dirci riguardo la realizzazione della sua sceneggiatura? E quanto importante è stato il lavoro del regista Ridley Scott, ma anche degli attori come Russell Crowe e Joaquin Phoenix, per il successo del film e per la storia che avete scritto?
Io sono stato il terzo e ultimo sceneggiatore che ha lavorato a ‘Il Gladiatore’ e ciò è avvenuto mentre il film si stava già girando. E’ stato un processo chiaramente molto caotico ma anche molto creativo. Scrivevamo in base ai risultati che si avevano con le riprese, il che è un lusso che in genere uno scrittore non ha: ciò significa che man mano che la natura delle interpretazioni di Russell Crowe e Joaquin Phoenix venivano fuori abbiamo potuto scrivere giocando sui loro punti di forza. Il merito del successo del film deve andare a Ridley Scott, perché è un genio delle riprese, al produttore Doug Wick e al produttore esecutivo Walter Parkes, perché entrambi hanno partecipato attivamente in ogni momento di lavoro sul set. Io ho fatto la mia parte, ma è stata una collaborazione molto piacevole.
‘Elizabeth – The Golden Age’, ‘Mandela: Long walk to freedom’ e ‘Les Miserables’ sono altre delle sceneggiature che lei ha scritto e sono anch’essi film di un certo spessore. Quali tra questi lavori l’ha soddisfatta di più?
Quello di cui vado più orgoglioso è ‘Mandela: Long walk to freedom’, sia per il tema trattato, che è un tema molto importante, sia perché penso che ho fatto il massimo che potessi fare. La sceneggiatura di questo film è proprio mia, mentre per ‘Les Miserables’ sono stato più un’ “ostetrica”, potremmo dire, perché ho portato alla luce l’eccellente spettacolo teatrale e dunque i veri creatori del film in questo caso sono gli scrittori e il compositore dello spettacolo originale. Per quanto riguarda ‘Elizabeth’ purtroppo non ha avuto il successo che speravo alla fine, in parte anche per alcuni problemi nella fase di casting.
Di recente ha lavorato in ‘Unbroken’ (film diretto e prodotto da Angelina Jolie e in uscita alla fine di quest anno ndr) collaborando alla realizzazione della sceneggiatura con Richard LaGravenese e i fratelli Coen. Cosa può dirci di questo progetto e come è avvenuta questa collaborazione?
Non posso dire molto in questo senso perché bisogna prima spiegare il processo fatto per questo lavoro. Richard (LaGravenese, regista e sceneggiatore del film ‘P.S. I love you’ tra gli altri ndr) ha scritto il primo progetto. Poi io ho scritto un’altra parte del progetto. E infine i fratelli Coen hanno scritto l’ultima parte di esso completando l’opera. Non ci siamo mai incontrati personalmente per lavorare al film e, ad essere sinceri, non ho ancora visto il risultato finale di questo lavoro.
Quali sono i suoi progetti futuri? Cosa può dirci riguardo al film ‘Everest’ (uscita prevista per il 2015 ndr) per il quale ha contribuito alla stesura della sceneggiatura e in cui reciteranno attori come Jake Gyllenhaal, Sam Worthington e Josh Brolin?
Anche qui è un discorso molto simile a quello fatto per ‘Unbroken’: sono stato uno di quelli che ha scritto la sceneggiatura di ‘Everest’, ma non l’unico. Non so ancora quanto della mia versione sia stato mantenuto per la realizzazione del film ma è un progetto meraviglioso e sono davvero ansioso di vederlo finito! Per quanto riguarda invece i miei progetti futuri, certamente scriverò un altro romanzo e poi a breve inizierò a scrivere la sceneggiatura anche per una grande serie TV, la mia prima. Infine di recente ho accettato di scrivere la sceneggiatura per un nuovo film fantasy realizzato dalla FOX.
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