Lo abbiamo visto vestire i panni de ‘Il Freddo‘ nella famosissima serie ‘Romanzo Criminale’, poi al cinema in film come ‘Tutta colpa di Freud’, ‘Amiche da morire’ e ‘Venuto al mondo’ e a breve lo (ri)vedremo a teatro. Stiamo parlando di Vinicio Marchioni, sicuramente uno degli attori italiani più apprezzati da pubblico e critica negli ultimi anni. Se è vero che grazie alla televisione l’attore romano ha avuto modo di farsi conoscere, è grazie al cinema che ha potuto segnalarsi tra i migliori del campo, come dimostrano anche i diversi riconoscimenti ricevuti e le ‘menzioni speciali’ che gli sono state attribuite al Festival di Venezia.
Marchioni è però anche un ottimo attore di teatro: nel corso degli anni ha avuto infatti modo di partecipare a numerosi spettacoli, venendo spesso diretto da G. Marini. In questi giorni l’attore romano darà vita proprio ad uno spettacolo teatrale, in collaborazione con Milena Mancini, legato ad un’iniziativa benefica per l’associazione Save The Children: “METAmorfosi“, questo il titolo dello spettacolo, farà incontrare sotto il tema della celebre storia di Amore e Psiche di Apuleio. Abbiamo contattato in esclusiva per MyReviews Vinicio Marchioni per parlare con lui della sua carriera di attore e dei suoi progetti per il futuro.
Interpretare ‘Il Freddo’ nella celebre serie ‘Romanzo Criminale’ è stato probabilmente il tuo trampolino di lancio difronte al grande pubblico televisivo. Che ricordi conservi di quell’esperienza e ti è piaciuto vestire i panni di quel personaggio?
E’ una domanda che mi fanno sempre e dico sempre che a ‘Romanzo Criminale’ devo tutto e sarò grato sia a quella serie che a quel personaggio per tutta la vita. Sono orgogliosissimo di averlo interpretato, però credo anche che dopo più di 14 film e tanto teatro sono riuscito a staccarmi di dosso l’etichetta de ‘Il Freddo’. E’ stata l’occasione della mia vita, l’ho colta come meglio ho potuto e penso che a quel personaggio devo ancora ora tanto.
Hai partecipato in questi anni anche a tanti altri film di pregevole fattura come ’20 sigarette’, ‘Tutta colpa di Freud’ e ‘Venuto al mondo’. In quale tra questi film ti è piaciuto di più partecipare e perché?
Cerco di mettere sempre particolare attenzione in ogni film che faccio, quindi ognuno di esso è stato un’esperienza diversa e ha rappresentato per me una crescita personale come attore, sia per i ruoli che ho fatto sia per i registi con cui ho avuto la fortuna di collaborare. Sono legato moltissimo a ’20 sigarette’ perché è il film che mi ha fatto entrare nel mondo del cinema dalla porta principale, perché è stato un ruolo oggettivamente molto complicato considerando il forte impatto drammatico della storia e poi perché ci tenevo a fare bene anche per Aureliano Amedei (regista ndr) che ha vissuto la storia sulla propria pelle e poi l’ha messa in scena con il film, ma anche per i premi che mi ha portato. Penso sia stato il film che mi ha più aiutato anche per la mia carriera, perché ero il protagonista, e quindi non posso far altro che conservarne un bel ricordo. Poi mi è piaciuto tantissimo anche collaborare con Sergio Castellitto in ‘Venuto al Mondo’ dove ho avuto modo di lavorare con Penelope Cruz e per me è stato un orgoglio visto che considero Castellitto uno dei più grandi attori e dei più grandi autori del nostro cinema. Un’altra cosa di cui vado molto fiero è l’aver recitato in ‘Third Person’ con un cast davvero incredibile. Accanto a tutte queste esperienze incredibili poi mi va di ricordare anche bei progetti come ‘Il sud è niente’ che è un film fatto con un budget molto ristretto ma che è stato davvero apprezzato in tantissimi festival italiani e internazionali e sono davvero contento di averlo fatto.
Come hai già detto, in ‘Venuto al mondo’ hai potuto lavorare con Penelope Cruz, ma le tue esperienze internazionali non si sono fermate qui: sei stato anche diretto da Woody Allen in ‘To Rome with Love’ e hai partecipato a ‘Third Person’ che vanta un cast stellare. C’è un personaggio in particolare, tra questi, con cui ti è piaciuto particolarmente collaborare?
Mi sono trovato benissimo con Adrien Brody. Oltre a essere un professionista straordinario, mi ha colpito perché ha un carisma umano impressionante e dopo un po’ che provavamo le nostre scene sembrava quasi che avessimo fatto la scuola di recitazione insieme. Mi ha veramente colpito perché magari hai dei pregiudizi su queste grandi star internazionali ma poi quando ci lavori a stretto contatto puoi vedere che amano questo mestiere nella stessa maniera in cui lo ami tu e lo fanno nel miglior modo possibile. Ma questa comunque è una sensazione che ho avuto anche lavorando con Penelope Cruz.
Non solo cinema e TV però: sta per partire lo spettacolo, che avrà uno scopo benefico, METAmorfosi a cui hai lavorato con Milena Mancini. Cosa puoi dirci riguardo a questo spettacolo?
Ci piace definire questo spettacolo come un tentativo di unire più arti, e cioè recitazione, musica, danza e pittura, sullo stesso palcoscenico perché crediamo che, in un periodo come questo in cui è sempre più difficile, anche a causa della crisi, creare degli spettacoli teatrali davvero belli, riuscire a far coesistere diversi artisti provenienti da mondi differenti possa essere una bella soluzione. Le collaborazioni creano altre possibilità espressive e questo spettacolo è figlio proprio del tentativo di unire alla mia recitazione il lavoro straordinario dei pittori che collaborano con noi e le splendide coreografie di Milena Mancini con il suo corpo di ballo. Abbiamo provato ad unire tutto ciò intorno ad un testo che è uno dei capisaldi della nostra cultura occidentale come ‘Amore e Psiche’ di Apuleio.
Il fulcro dello spettacolo sarà appunto questo, la storia di Amore e Psiche. Perché avete scelto proprio questa storia?
Abbiamo scelto il tema delle metamorfosi perché ci piaceva poter lavorare sulle “trasformazioni”, provando a creare qualcosa che diventasse drammaturgia direttamente in scena. La musica si adatta al ballo, la recitazione si mette al servizio della danza e della musica, la pittura accompagna il tutto: è uno spettacolo profondamente basato sulle trasformazioni. Tutto questo ci è sembrato particolarmente adatto per collaborare con il progetto di Save The Children che sta portando avanti una campagna chiamata ‘Illuminiamo il futuro’ che cerca di portare contribuiti che possano aiutare a superare la povertà culturale anche nel nostro paese: bisogna dare ai bambini la possibilità di conoscere la cultura sin da piccoli per poter far si che sviluppino un’anima sensibile e che abbiano degli strumenti critici che gli facciano affrontare il mondo nella maniera migliore possibile. Abbiamo scelto la storia di Amore e Psiche per tanti motivi: perché, come ho già detto, è uno dei capisaldi della nostra cultura; perché è una storia d’amore straordinaria; perché quando si parla di “Psiche” parliamo di “anima”; infine perché c’era appunto il tema della trasformazione che ben si legava al nostro progetto. Io credo poi che questa storia non solo accolga bene tutte le arti che noi volevamo mettere in scena ma che le rende anche “necessarie” sul palcoscenico.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Finito di lavorare allo spettacolo inizierò le riprese di un progetto con Liliana Cavani sulla vita di San Francesco. E’ un grosso progetto internazionale che si girerà in inglese con tanti attori internazionali. Francesco sarà interpretato da un attore polacco, mentre io interpreterò Elia che è stato un personaggio nella vita del Santo che spesso è stato rilegato ad una figura marginale ma che invece è stato fondamentale per la storia, perché è la persona che poi ha fatto si che tutto ciò arrivasse a noi, ed è stata una delle persone che gli è stata più vicino durante la sua vita oltre che fondamentale per la diffusione del messaggio francescano.
Nel ringraziare Vinicio Marchioni per la cortese disponibilità, ricordiamo che lo spettacolo teatrale “metamorfosi” andrà in scena dal 23 al 25 maggio presso il teatro Ghione di Roma.
Lascia un commento