Terminato l’incontro con Christian De Sica e il figlio Brando, il Palacongressi di Taormina ha accolto Raoul Bova per la gioia delle numerosissime fan presenti in sala. L’attore ha presentato un docu-film in cui si racconta la storia della comunità di Capitano Ultimo, storica figura che per anni ha combattuto la mafia e che Bova ha avuto modo, oltre che di conoscere, anche di interpretare in uno dei suoi lavori. Il film offre una panoramica sul piccolo ma magnifico mondo costruito dal Capitano e dai suoi collaboratori in cui si cerca di dare una speranza per il futuro a tutti quei ragazzi che per tanti motivi, legali e non, sembrerebbero non averne. All’interno della comunità si svolgono diverse attività che coinvolgono tutti i ragazzi cercando di impartire così i valori della condivisione e della legalità.
Bova ha spiegato come è iniziata la sua amicizia con il protagonista della storia: “Mi chiesero di interpretare Ultimo, ma inizialmente non volevo: non tanto perché non mi piacesse la storia, ma perché avrei preferito fare altre cose in quel determinato momento della mia carriera. Poi lo incontrai e vidi un uomo coraggioso, un vero e proprio ribelle che era disposto anche a disobbedire agli ordini dei superiori per agire nella maniera migliore possibile, un vero e proprio simbolo. Ho accettato quindi la parte ed è nato così il bellissimo rapporto che ho instaurato con lui.”.
Il viaggio all’interno della comunità raccontato dal documentario avviene proprio in compagnia del Capitano che però non può mostrarsi alle telecamere. Se Ultimo è una voce senza volto, i volti del film sono di tutti i collaboratori e di tutti i ragazzi che animano e danno vita a questo progetto. Tra le attività che vengono svolte all’interno della comunità c’è anche quella della falconeria: “Ogni ragazzo ha il proprio falco – spiega sia Ultimo che, in un secondo momento, una delle collaboratrici – e deve imparare a curarlo e a trattarlo bene. E’ una questione di fiducia: il falco ti dona la sua se gli dai la tua e non puoi piu’ tirarti indietro poi perché ha bisogno di te. E’ quello che cerchiamo di insegnare ai ragazzi: la fiducia reciproca, il sapersi prendere cura degli altri, dando qualcosa e ricevendo in cambio altro.”
Bova specifica poi che tutti i ricavati del docu-film andranno proprio ad aiutare la comunità per permetterle di continuare la sua attività di aiuto e supporto.
C’è spazio però anche per parlare della carriera di Bova. “E’ stato un anno particolare per me in cui, per vari motivi, mi sono concentrato molto sul lavoro. Devo anche ringraziare il mio pubblico che non mi ha mai fatto mancare il suo affetto anche quando si dicevano cose poche carine e non vere”. Bova, che ormai all’etichetta di “bello” al fianco della parola “attore” ha aggiunto anche quella di “ottimo” considerando lo spessore artistico di alcuni dei suoi lavori, risponde anche a chi gli chiede come vive il fatto di essere un sex symbol: “In realtà non è come sembra, sono davvero tanto timido con le donne e soprattutto quando ero giovane non era affatto facile”.
Non solo attore ma anche produttore, l’interprete di ‘Immaturi’ spiega: “Ho iniziato a produrre per un’esigenza: poter fare ciò che mi piaceva senza avere particolari limiti o senza dover per forza riuscire a convincere altri. E’ una cosa iniziata con ‘Sbirri’ e con altri cortometraggi, cerco di fare quello che altri produttori non vogliono fare. Ad esempio ‘Sbirri’ è un film che tratta di una tematica molto importante quella della diffusione della droga tra i giovani, ho fortemente creduto in questo progetto e alla fine penso che i risultati mi abbiano dato ragione”.
Infine si parla anche dei progetti futuri dell’attore romano: “Ad ottobre uscirà un film con Luca Argentero e poi qualche mese dopo arriverà in sala un altro film in cui ho lavorato con Paola Cortellesi. Quest’ultimo lavoro è molto particolare perché io interpreto un personaggio gay che si innamora però di questa donna, mentre Paola è un architetto che però viene discriminata nel mondo del lavoro perché donna. Cercheranno di aiutarsi a portare entrambi le maschere che hanno scelto di indossare e, alla fine, diventerà una storia d’amore”.
L’incontro si è concluso con Bova, acclamatissimo dalle tante fan, che si è prestato a foto ed autografi con i ragazzi e le ragazze accorse vicino al palco.
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