15 anni dopo la fuga da San Francisco, i primati si sono stabiliti nella foresta di sequoie di Muir Woods dove, sotto la guida di Cesare, prosperano convinti dell’estinzione umana, spazzata via dal virus T-113, letale per gli uomini ma in grado di aumentare esponenzialmente le capacità intellettive delle scimmie. Dopo 10 lunghi inverni, le scimmie Occhi Blu e Ash si imbattono in un gruppo di umani in esplorazione. Qualcuno è sopravvissuto.
In un periodo della cinematografia moderna in cui i reboot continuano ad avere un successo straordinario (e talvolta, anche meritato), torna sul grande schermo l’eterna lotta tra scimmie e umani nell’ultimo disperato tentativo di sopravvivenza e di salvaguardia del pianeta. Malgrado un cast e una regia completamente rinnovati con gli addii di Rupert Wyatt e James Franco, e con gli arrivi di Matt Reeves (Cloverfield, Blood Story) e Jason Clarke (White House Down, Il Grande Gastby), Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie resta un film ambizioso, con Reeves pronto a fare da traghettatore verso il terzo ed ultimo film della saga (la cui regia verrà affidata a Reeves stesso).
Indubbiamente la pellicola non può non essere considerata come un film di transizione. La continua attesa, le rare e rapide battaglie, e una quantità considerevole di scene narrative sono propedeutiche a costruire un retroscena convincente per quello che sarà lo scontro finale tra primati ed umani. La supremazia umana che si era vista ne L’alba del pianeta delle scimmie comincia a venire meno: i primati sono in grado di tenere testa ai sopravvissuti, sfruttando la crescente superiorità numerica nei confronti di una razza umana stanca e provata dalle sofferenze. Il declino umano infatti è inesorabile: benché il leader indiscusso delle scimmie Cesare (Andy Serkis), un tempo amico degli umani, sia propenso ad una coabitazione senza interferenze, l’estinzione umana assume quasi una connotazione “necessaria”. Sia le lotte intestine all’interno della colonia sopravvissuti, sia quelle all’interno del gruppo dei primati porteranno infatti all’inevitabile frattura.
Si perde inoltre quel colpevolismo sfrenato nei confronti degli umani che aveva caratterizzato la prima pellicola e ridotto il conflitto ad un banale scontro tra “scimmie in cattività” e “umani crudeli”. Grazie ad un sagace parallelismo infatti sia la fazione dei sopravvissuti che quella delle scimmie ritrovano un loro leader carismatico, Malcolm e Cesare, ma allo stesso tempo ritrovano un antagonista interno, la scimmia Koba, che vuole l’estinzione umana e la guerra, e Dreyfus e Carver, caratterizzati per il loro odio per le scimmie, convinti che la guerra possa essere l’unica speranza di sopravvivenza per gli umani.
Apes Revolution è lo scontro finale tra interventismo e pacifismo, con la costante ripresa dei temi classici della saga, dal razzismo, passando per lo sfruttamento e l’esperimento sugli animali fino ad arrivare al celebre e mai banale mito della razza. Si assiste effetti speciali di indiscutibile qualità (CGI, motion capture e green screen eccelsi) e che, vista la matrice del film, non potevano essere da meno, insieme a delle interpretazioni valide e convincenti (Andy Serkis su tutti, nei panni di Cesare). La pellicola non volendo (e forse non potendo) distinguersi per una trama esaltante, preferisce porci davanti ad una serie di quesiti e chiederci se, soprattutto, alla luce di una crudeltà e cattiveria che appartengono sia agli umani che ai primati, c’è ancora qualcuno che merita di sopravvivere.
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Scheda film
Titolo: Apes Revolution: Il Pianeta delle Scimmie
Regia: Matt Reeves
Sceneggiatura: Mark Bomback, Rick Jaffa, Amanda Silver
Cast: Andy Serkis, Jason Clarke, Gary Oldman, Keri Russell, Tony Kebbell, Keir O’Donnell, Kirk Avecedo
Genere: Azione, Fantascienza, Drammatico
Durata: 130′
Produzione: Chernin Entertainment
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Nazione: USA
Uscita: 30/7/14
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