In una distopica dittatura di stampo caucasico il President, nonché governatore assoluto della nazione, vede il suo popolo ribellarsi al clima oppressivo e di terrore che aveva instaurato. Costretto a fuggire e a nascondersi dalla sua gente, con una taglia sulla testa che cresce di giorno in giorno, The President (Misha Gomiashvili), insieme a suo nipote (Dachi Orvelashvili) intraprende un viaggio alla scoperta di uno Stato che vive gli effetti del suo scellerato governo e di un genere umano in preda ad una spaventosa decadenza morale.
Si apre con una pellicola di grande riflessione la sezione Orizzonti di questa 71esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Il maestro iraniano Mohsen Makhmalbaf chiarisce fin da subito le sue intenzioni sbrigando in poche scene la caduta del dittatore e la conseguente ribellione. Nel pieno del suo potere, in grado di far spegnere ed accendere tutte le luci della città con una sola telefonata, si ritrova inevitabilmente a far spegnere, stavolta definitivamente, la luce sul suo “luminoso” Paese, che cade in un clima di ribellione, terrore e violenza. L’importanza è posta sulla successiva vita del dittatore, privo del potere e abbandonato a se stesso senza più nessun alleato.
Makhmalbaf fa intraprendere ai due assoluti protagonisti un viaggio all’interno delle conseguenze di un governo che non è stato “capace di essere vicino né ai ricchi né ai poveri”. Il dittatore, che da sempre aveva guardato il suo popolo dall’alto del suo imponente palazzo, si ritrova fianco a fianco con i disperati oppressi prima dai suoi crimini, ed ora dal governo militare. Il Presidente diventa testimone oculare dei risultati del suo operato, condivide il viaggio con prigionieri politici da lui stesso incarcerati e con persone che in qualche modo, seppur indirettamente o a sua insaputa, hanno avuto a che fare con la sua vita.
Affiancato da una validissima spalla come Dachi Orvelashvili, simbolo dell’innocenza infantile di fronte ad una situazione straziante, il Presidente compie un itinerario quasi catartico, un’espiazione che ha come oggetto il metterlo al corrente della sofferenza altrui. E’ proprio qui che emerge l’impotenza del dittatore stesso di fronte alle persone che, pur non riconoscendolo, esprimono il loro disprezzo per il suo operato, per le sue decisioni e le sue crudeltà. Il degrado è rappresentato con estrema crudezza e realismo in scene rapide, sfuggevoli che segnano però irrimediabilmente lo spettatore spesso in modo deciso. Le strade sono in preda alla follia, e migliaia di persone sono oggetto di questa follia inarrestabile che è destinata ad abbattersi sul President stesso, viaggiatore lungo un lungo cammino di violenza da lui stesso spianato.
Il risultato finale è di indubbia qualità. La pellicola si dimostra carica di un’insolita azione nella prima parte, per poi lasciar spazio ai ritmi decisamente più lenti del viaggio, sempre però caratterizzati da picchi di tensione localizzati negli eventi chiave. L’ultima mezz’ora è capace di consegnarci il dramma umano dell’uomo, non più spaventato da una morte incombente, ma rassegnato di fronte ad una violenza che permea ormai ogni aspetto della realtà, violenza destinata a continuare anche dopo la sua scomparsa.
Scheda film
Titolo: The President
Regia: Mohsen Makhmalbaf
Cast: Misha Gobiashvili, Dachi Orvelashvili
Genere: Drammatico
Durata: 115′
Produzione:
Nazione: Georgia/Francia/UK/Germania
Uscita: –
Lascia un commento