La natura delle cose, di Laura Viezzoli, è finalista al Doc/it Professional Award come miglior film documentario dell’anno.
Il docufilm è stato realizzato in un anno di incontri e di dialoghi tra l’autrice e il filosofo malato terminale di Sla Angelo Santagostino, ed è uno dei cinque documentari finalisti al Doc/it Professional Award 2017, premio istituto da Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani, per eleggere il miglior documentario dell’anno attraverso una votazione che coinvolge una Academy di tutti i professionisti del settore.
Il film, prodotto da LADOC con il sostegno di Marche Film Commission-Fondazione Marche Cultura e Milano Film Network, è finalista nella principale categoria Premio Regia-Miglior Documentario dell’anno del valore di 1.000 euro.
A ciò vanno aggiunte altre due nomination per il Premio AAMOD – Arvhivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, e il Premio Montaggio, del valore di 500 euro.
Presentato al Festival di Locarno e vincitore, tra gli altri, del prestigioso premio Corso Salani al Trieste Film Festival, il film esplora un tema di grande attualitå, e cioè l’ascolto del malato, spesso poco rispettato, tra visibile e invisibile. L’immobilità del corpo è il solo punto di partenza per esplorare la lucida e vivacissima mobilità della mente. Cornice visiva e metaforica di questa particolare esplorazione è lo Spazio, e cioè una dimensione potente e affascinante che consente di vedere oltre l’esteriore immobilità della malattia toccando la bellezza interiore del protagonista.
L’intento filosofico è quello di far dialogare le contraddizioni del progresso facendo toccare e stridere la malattia che paralizza con la dolcezza del corpo in assenza di gravità, e qui si comprende perchè è stata scelta la vita dell’ astronauta come immagine di trasposizione visiva delle inquietudini e delle continue trasformazioni che un corpo malato di Sla deve imparare a affrontare.
Anche nella vita degli astronauti ci troviamo innanzi a missioni estreme, con persone e corpi la cui vita è resa possibile esclusivamente dalla tecnologia. Tutto ciö poi conduce a superare se stessi, a realizzare in sogno, ma la malattia, la Sla, costringe invece Angelo a vivere dentro una gabbia, da cui vorrebbe tanto fuggire.
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