Mentre il nerissimo Confessions di Nakashima Tetsuya si fa onore nelle sale italiane, la Tucker Film si appresta a distribuire un altro piccolo grande gioiello orientale: dal 22 agosto, infatti, le arene estive e poi i nostri migliori cinema ospiteranno In Another Country, la sorridente commedia del maestro sudcoreano Hong Sang-soo interpreta dalla sempre splendida Isabelle Huppert.
Un divertito esercizio di stile per una delicatissima variazione sul classico tema delle geometrie sentimentali. Anzi: le variazioni, per essere precisi, sono tre. Tante quante le storie che una giovane sceneggiatrice ricama addosso ad Anne, la protagonista, moltiplicando il suo personaggio e la sua vita. Tre diverse Anne, dunque, e tre diverse vite attorno a cui ruotano discorsi, figure e situazioni che si ricombinano come in una partitura musicale.
La cifra principale dei lavori di Hong Sang-soo, del resto, è proprio il senso di giocosità. Una giocosità che diventa indagine della società contemporanea, con immagini prive (almeno in apparenza) di ogni calcolo intellettuale. Una giocosità che investe tutta la forma del suo cinema, dalle scelte delle inquadrature al costante variare dei punti di vista, fino alla sottile ambiguità fra ironia e tristezza, fra umorismo e malinconia…
L’altro paese del titolo è la città marittima di Mohang, dove la francese Huppert deve misurarsi con orizzonti (geografici, linguistici e, ovviamente, umani) che non le appartengono, ma è, soprattutto, la metafora di un destino, i tre destini di Anne, che prendono forma (con grazia e umorismo) nell’ordinaria quotidianità descritta dal regista. Un continuo scambio di simmetrie, garbato e compiaciuto, che riporta volutamente alla migliore grammatica espressiva d’Oltralpe (pensiamo a Resnais, per esempio, o a Rohmer) e che invita a riflettere sugli altri paesi che ognuno porta dentro di sé.
Applaudito l’anno scorso al Festival di Cannes, e adesso magnificamente anticipato dal manifesto italiano di Guido Scarabottolo (un illustratore che non ha certo bisogno di presentazioni), In Another Country non è l’unico impegno a medio termine della friulana Tucker Film: il 30 maggio uscirà Slow Food Story di Stefano Sardo (progetto condiviso con la Indigo che, ricordiamo, lo coproduce con la Tico) e il 27 giugno sarà la volta dell’atteso Amore Carne di Pippo Delbono.
La Tucker, nata dall’unione tra il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine (organizzatore del Far East Film Festival) e Cinemazero di Pordenone, ha distribuito con successo in Italia tre titoli preziosissimi del nuovo cinema asiatico (Departures, Poetry e A Simple Life) e, proprio in questi giorni, il capolavoro giapponese Confessions.
Lascia un commento