Per il tour “Brunori a Teatro” arriva sul palco dell’affascinante Metropolitan di Catania Dario Brunori, cantautore originario di Cosenza che con i suoi testi e le sue scelte musicali ha conquistato i fan di tutto il paese, come dimostra il fatto che buona parte delle tappe del tour siano andate subito sold-out. C’è da fare però subito una precisazione importantissima nel presentare il concerto di Brunori a Catania al quale abbiamo assistito e di cui vi parliamo in questo articolo: non si tratta di un semplice concerto. Chi crede che “Brunori a Teatro” sia semplicemente una serie di date in cui il cantautore porta la propria musica nei teatri dello stivale, si sbaglia. Piuttosto, si tratta di un vero e proprio spettacolo, di un qualcosa che difficilmente è possibile vedere nei live di altri artisti, di un’evoluzione dell’idea stessa di esibizione musicale dal vivo. Chiamarlo concerto quindi sarebbe davvero riduttivo, forse la definizione più corretta, per quanto molto vaga, rimane la più classica: spettacolo.
Quello di Brunori è, appunto, un vero e proprio spettacolo. Più di due ore di durata che passano davvero alla svelta, senza fare annoiare né i fan più accaniti né chi, da appassionato musicale, si avvicina perché attirato dall’idea di poter assistere ad un live tra le mura di un teatro. Il via alle danze (abbastanza puntuale) viene dato da un piccolo monologo ben supportato da un gioco di luci che si alternano sul sipario. Viene subito indicato il filo conduttore dei brani che compongono la scaletta di Brunori: l’incertezza. Quello è l’inizio di uno spettacolo che, rispetto ai soliti concerti, è sicuramente difficile da raccontare dal momento che, inevitabilmente, si perderebbe una delle componenti più belle dello stesso show: la spontaneità. Per quanto sia abbastanza evidente che per realizzare uno show del genere ci sia dietro una cura dei dettagli maniacale, tutto sembra scorrere in maniera incredibilmente naturale, complice anche la bravura di Brunori non solo come interprete ma anche come showman.
Parliamo di “spettacolo” perché le canzoni vengono eseguite in blocco di due. Dopo ogni blocco infatti il cantautore si diletta in brevi monologhi nei quali, partendo dai temi delle canzoni che avrebbe poi eseguito o dal suo percorso artistico, si finisce spesso per parlare di curiosità e attualità, strizzando un po’ l’occhio al genere della stand-up comedy. Tutti i monologhi risultano piacevoli e divertenti e il cantautore calabrese si dimostra abile anche a destreggiarsi nell’improvvisazione, cercando di interagire col pubblico in sala sia quando si tratta di richiamare l’attenzione di chi nelle prime file si distrae per colpa dello smartphone sia, sul finire, per coinvolgere il pubblico nei bis (“Kurt Cobain” e “Arrivederci Tristezza”). Ciò che emerge, tra l’altro, è una forte dose di auto-ironia nell’artista che non può non far sorridere e non essere apprezzata specie in un mondo in cui, spesso, gli artisti cercano di dare un’immagine di sé “distaccata”. Brunori, raccontando spezzoni di vita e fobie varie, riesce ad avvicinarsi al suo pubblico e a farlo ritrovare sia nelle sue parole che nelle sue canzoni.
Ma continua ad essere protagonista, ovviamente, la musica. I brani sono eseguiti dal vivo in maniera perfetta, complice non solo la capacità eclettica dell’artista di accompagnarsi sia con il piano che con la chitarra, ma anche la bravura della band che lo accompagno. Dagli archi ai cori, passando per le percussioni, ognuno dei musicisti che accompagna Brunori aiuta a costruire l’armonia che regna all’interno del teatro, impreziosendola con la propria bravura. Anche il setting contribuisce a rendere particolare l’esibizione, dal momento che i membri del gruppo sono disposti su una struttura posta dietro al cantante che, con un bel gioco di prospettiva, riesce comunque scenograficamente a non mettere in secondo piano nessuno. A questo si aggiunge poi un gioco di luci che ben caratterizza le varie fasi del concerto e riesce a rendere particolarmente emozionanti le canzoni più “intime”.
Si parla di concerto e quindi non si può non parlare di canzoni, ovviamente. Il pubblico canta per buona parte dell’esibizione accompagnando l’artista nell’esecuzione dei brani. Ci scherza sopra lo stesso artista sulla componente “deprimente” che spesso viene affibbiata ai suoi pezzi, forse giudicati a volte in maniera troppo superficiale. Ogni brano infatti ha un suo tema ma, soprattutto, un suo modo di affrontarlo e forse è proprio questo il segreto del suo successo: l’originalità.
Lo spettacolo, che arriva a circa due ore e venti minuti di durata, piace e viene apprezzato. Alla fine dello stesso, il pubblico in sala continua ad applaudire per più di due minuti segno tangibile che lo show preparato dal cantautore calabrese e dal suo staff per il tour “Brunori a Teatro” è un prodotto sicuramente riuscito e apprezzabile e che deve essere incoraggiato se si vuole riuscire a continuare a portare a teatro il pubblico e se si vuole dar nuovo linfa vitale all’idea di un esibizione musicale live 2.0.
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