L’Uomo Invisibile, dell’attore e regista australiano Leigh Whannel, racconta le vicende dell’uomo invisibile da un’angolazione completamente diversa rispetto sia al romanzo originale, ad opera di H. G. Wells, pubblicato nel 1897, sia rispetto alle sue innumerevoli trasposizioni cinematografiche. Cavalcando con furbizia una tematica molto attuale a livello globale, quella della violenza sulle donne, il regista trasforma lo scienziato geniale, ma non troppo sano di mente, in uno stalker terrificante e va giù senza mezzi termini con il tema della paura, elemento nuovamente vincente perché si tratta, in questo momento storico, del sentimento di fondo delle nostre vite.
L’Uomo Invisibile perde così qualsiasi vena ironica e leggera, disconoscendo sia Le Avventure di un uomo invisibile di John Carpenter (1992) che lo stesso lavoro immediatamente precedente di Whannel Upgrade, un godibilissimo e adrenalinico fantasy thriller che strizzava l’occhio agli anni 90. Non vi è traccia neppure degli amletici tormenti de L’Uomo senza Ombra di Paul Verhoeven. Si può dire piuttosto che il film muova i passi dalla saga “Saw”, scritta dallo stesso regista a due mani con l’amico James Wan, e che gli è valsa successo e fama.
Insomma, L’Uomo Invisibile mette paura, fin dalle prime, silenziosissime inquadrature, ed è un viaggio nell’orrore, nell’incubo, molto ben interpretato a partire dalla azzeccata protagonista, la ragazza della porta accanto Elisabeth Moss, la Cecilia del film, che diverrà psicologicamente vittima ideale proprio perché “normale”. Non c’è nulla di normale invece nella vita del multimiliardario re dell’ottica Adrian (Oliver Jackson Cohen) genio ossessionato dalla perfezione e dal controllo sulle vite degli altri, il quale dopo che la sua ragazza Cecilia fugge di notte per lasciarlo, in una scena ad altissima tensione, fatta di spazi vuoti, ombre e silenzi assordanti, si finge improvvisamente morto per il mondo.
Cecilia però, che ha subito a lungo le sue persecuzioni fisiche e psicologiche, intuisce che in questa morte accidentale qualcosa non quadra ed inizia a percepire la presenza dell’uomo accanto a sé. La sceneggiatura del film sembra tratta da un diario di violenza domestica e paradossalmente ricorda Via Dall’Incubo (2002) interpretato dall’energica Jennifer Lopez, ma senza ombra di romanticismo. La bionda Cecilia sarà aiutata dalla sorella (Harriet Dyer), e da un amico di vecchia data (Aldis Hodge) che vive con la giovane figlia. Praticamente ci troviamo in un mondo distopico nel quale le uniche persone degne ed affidabili sono di sesso femminile (Cecilia, sua sorella e l’adolescente figlia dell’amico) e l’unico uomo “buono” sembra uscito da una torta di addio al nubilato, dotato di tutte le beltà fisiche e morali che una donna può solo immaginare in sogno.
Se L’Uomo Invisibile è ricco di suspance, è anche molto povero di ironia e di fantascienza, di quel senso del fantastico che un personaggio in grado di sparire a suo (quasi) piacimento potrebbe dare. Non c’è nessun tipo di insegnamento morale, che impartiva invece Gianni Rodari ne “Le avventure di Tonino l’Invisibile”…
No, nessun ingenuo e genuino divertimento, ragazzi. Non si vola con la fantasia e non si salta nemmeno dalla sedia: qui si tratta di una lunga e volontaria agonia, si annaspa nel vuoto di quell’immagine che Adrian ci nega di sè stesso.
L’Uomo Invisibile funziona, sì, perché incolla alla visione, almeno per tutta la prima parte del film e mette ansia, paura ed angoscia, come ogni horror ben fatto che si rispetti. E il film di Whannel è davvero ben girato, ben strutturato e ben costruito. Ma ad un certo punto, dopo tanti eccessi, ritrovandoci catapultati a tratti nel capolavoro Francis di Graeme Clifford, senza però ombra di sublime, fa venire voglia di dire: ok, basta adesso, speriamo che questo incubo finisca presto. E non si parla dell’incubo della protagonista, che a conti fatti, è l’unica che sembri possedere dei super poteri (resilienza, resistenza, inventiva…) all’interno della storia.
Il film, che è uscito negli States ma in Italia non ha fatto in tempo ad arrivare nelle sale a causa della pandemia, è andato direttamente in streaming ed è visionabile a pagamento sulla piattaforma Chili. Se è vero che paura scaccia paura, si tratta di un’ottima scelta, ma non sarete trasportati molto più in là delle vostre mura.
Attori: Elisabeth Moss, Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge, Storm Reid, Harriet Dyer, Benedict Hardie, Sam Smith, Amali Golden
Paese: USA
Durata: 125 min
Distribuzione: Universal Pictures
Sceneggiatura: Leigh Whannell, Ed Solomon
Fotografia: Stefan Duscio
Produzione: Universal Pictures, Goalpost Pictures, Blumhouse Productions, Dark Universe
Lascia un commento