James Wan pilota i fili della tensione con The Conjuring, horror mozzafiato al limite del paranoico; non sono tanto gli effetti speciali pressoché assenti che danno brio alla pellicola, ma la tensione che si avverte ad ogni frame, ogni scena, mantenuta alta a tempo indeterminato, senza mai una netta risoluzione degli eventi, tiene chi guarda, in sospensione su un’altalena emotiva carica di sgomento.
La cinepresa si destreggia psicoticamente tra i vari ambienti donando rapidità e lentezza simultaneamente, comunicando l’ efferatezza del tempo e l’ inutilità nello scandirlo; corre la macchina di Wan sui volti dei protagonisti, inoltrandosi e proiettando stati di impotenza e orrore, portando l’uditore ad una partecipazione reale ed attiva, confermando così l’efficacia del lavoro del regista sulla realtà.
I colori che tinteggiano le atmosfere,( placide nuance cipria che riportano alla mente il nome di Annabelle), giocano con gli occhi dell’auditore, irradiando una calma sovrannaturale che stride fortemente,ma che completa il puzzle demoniaco a cui si va ad assistere; anche i timbri vocali, così rassicuranti e quieti dei protagonisti, consegnano alla pellicola la dimensione del “tutto è possibile “, ponendo l’accento su una realtà veritiera ad una trama già di per sé fatto storico.
Vera Farmiga, nei panni di Lorraine Warren e Patrick Wilson in quelli di Ed Warren, mostrano allo spettatore una fotografia dal passato, dei due coniugi investigatori, celebrità nel mondo dell’occulto per aver portato alla luce casi di possessioni demoniache ed esorcismi, nel New England ( 1971); le loro mimiche facciali, fatte di una tranquillità surreale e sicurezza “ ecclesiastica, rassicurano le ossessive fobie sul maligno, ispirando senso di protezione e rifugio.
Anche le orecchie come tutti i sensi vogliono la loro parte e il brano di Rod Argent Time of the season e Joseph Bishara, autore dell’ intera colonna sonora, divengono pura adrenalina tonante per l’udito; lo stesso Bashara già nel 2011, prestò la sua opera per James Wan, completando armonicamente Insidious, arricchendolo di accenti sospensivi sulle premonizioni degli eventi, che per sadica ironia, tardano a confermarsi. Wan gioca con il pubblico e l’attesa, provocando fremiti di turbamento incontenibili, quasi dolorosi, ai quali però l’estimatore raffinato del genere, non rinuncia.
Il grande schermo si fa macchina del tempo, nella quale passato, presente e futuro non hanno confini, tutto è ridotto al qui e ora, intrecciato all’eterno; Satana, mescola gli eventi tra loro,conducendoli tutti allo stesso periodo e alla medesima ora, stordendo l’ audience e sospingendola verso l’inizio di un viaggio nell’inferno senza tempo.
The Conjuring è la cantina dentro cui si trovano le emozioni scure e le paure, i sentimenti di incredulità e fede, la preghiera e lo scetticismo; Ed Warren, ci invita a riflettere:
“ Le Forze diaboliche sono formidabili; Sono eterne ed esistono anche al giorno d’ oggi. La favola è vera, il diavolo esiste. Per quanto ci riguarda, il nostro Destino dipende da chi decidiamo di seguire”. (Cit. Ed Warren 1971).
Un piccolo appunto questo, per interrogarsi sulle proprie scelte, ma anche nel non dare per scontata l’esistenza solo di ciò che si vede, la realtà più vera a volte sta proprio nell’invisibile…
The Conjuring – L’ Evocazione
Regia James Wan
Prodotto da Warner Bros ,New Line Cinema US 2013
Durata 1h 52’
VM 18
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