La grande abbuffata
Regia: Marco Ferreri; Commedia/Drammatico; Francia, 1973
Interpreti: Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Michel Piccoli, Ugo Tognazzi, Andréa Ferréol
Ore 01.50, Cine 34, Canale 34; durata: 123’.
Relegato in un orario scomodo – come lo fu sempre il cinema di Marco Ferreri – La grande abbuffata è evocazione di un cinema destinato a dividere sin dal suo apparire. Critica alla cultura del proprio tempo, il film vede Piccoli, Tognazzi, Mastroianni e Noiret, insoddisfatti nonostante le occupazioni lavorative di discreto successo, intenti ad una mangiata pantagruelica che lì porterà alla fine dei loro giorni. Lungo l’abisso autodistruttivo si uniranno tre prostitute, pronte ad allontanarsi appena compresa la deriva, mentre la maestra elementare Andrea assisterà il gruppo fino alla conclusione della sua macabra impresa. Opera coraggiosa e ancora oggi molto attuale, è la rappresentazione di un sistema di valori in cui non c’è spazio per la scelta e il desiderio, dove si consuma l’orgia insensata della mancanza di valori. Ferreri provoca senza cercare l’empatia, e tornerà sui temi molti anni dopo con La carne, ribadendo l’impossibilità di comprendersi tra uomo e donna in un altro quadro di attitudini morbose, dove nevrosi e solitudini continueranno a parlarci dell’oggi. Definito “il suo film più ideologico” (Adelio Ferrero), La grande abbuffata scandalizzò il Festival di Cannes e fu per Luis Buñuel un “monumento all’edonismo”: ma in tanto clamore, lo stile dissacrante e impietoso di Ferreri non cede mai alla riconciliazione con il pubblico, eludendo il lieto fine e la risata rassicurante persino quando si trova al lavoro con mattatori del grande pubblico. Il regista si scaglia contro il consumismo e la produzione di massa dove l’individuo è uno sconfitto, incapace di un pensiero autentico, prono all’orgia dei bisogni primari.
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