Disponibile su RaiPlay La circostanza, un film del 1974 diretto da Ermanno Olmi. Prodotto, scritto, sceneggiato e montato da Ermanno Olmi, con la fotografia di Elvidio Burattini, le scenografie di Ettore Lombardi e le musiche di Vince Tempera, La circostanza è interpretato da Ada Savelli, Gaetano Porro, Raffaella Bianchi, Mario Sireci, Barbara Pezzuto.
Trama
Una ricca signora vive in una famiglia borghese arida di affetti ma un giorno si prende cura di un ferito in un incidente e la sua visione del mondo cambia.
Nell’arco di pochi giorni, durante un’estate, la routine della borghese famiglia Liberti viene scossa: il padre (Porro) rischia di venire licenziato dalla sua azienda e deve partecipare a un ridicolo seminario di aggiornamento; la madre (Savelli), che non riesce ad avere rapporti coi figli, si attacca a un ragazzo vittima di un incidente, che ha portato in ospedale; la figlia giovane (Bianchi) ha la prima esperienza sessuale (ma in questo Olmi è molto pudico); il figlio grande diventa padre; quello di mezzo gioca a fare l’inventore ed è ossessionato dalle bestie dell’allevamento di famiglia che vengono portate al macello.
Già in precedenza Olmi aveva sperimentato un montaggio libero, che mescola i tempi e accosta gli eventi secondo analogie profonde: e qui descrive perfettamente una famiglia frammentata, al di fuori di luoghi comuni e facili sociologismi. Senza vere soluzioni né tragedie, ma con un pessimismo dolente, all’occorrenza anche impietoso. Le scene del mattatoio sono una mazzata e avvolgono l’insieme di un’atmosfera cupa; anche se poi Olmi dà respiro ai personaggi e li rispetta, pur non concedendo loro alcun sconto. Uno dei suoi film più rigorosi e «giansenisti». Se stile e musiche sono molto anni ’70, resta attualissima la parte sulla ristrutturazione aziendale, col demente gioco di simulazione cui vengono costretti gli attempati dirigenti.
(Mereghetti)
La circostanza esce nel 1974, appartiene cioè a un periodo che dopo la fine delle illusioni del boom fa intravedere quella dell’utopia rivoluzionaria; lo stesso Olmi tiene a sottolinearlo: «Un certo giorno è del ’68, La circostanza del ’72 (data di inizio lavorazione, ndr). Allora è il momento in cui è finito il boom economico, comincia la trasformazione della società italiana. Vuol dire che è finito il momento in cui si poteva ridere». A dispetto di coloro che lo vorrebbero dedito a una sempiterna fiducia nei buoni sentimenti, il regista approfondisce un pessimismo più tenace di quanto si creda.
(Masoni)
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