Dal 7 giugno, in prima assoluta su Sky cinema e Now, si potrà vedere Security di Peter Chelsom, ispirato all’omonimo romanzo di Stephen Amidon (pubblicato in Italia da Mondadori), già autore de Il Capitale Umano.
Security si avvale infatti di una storia convincente ed interessante che, come ne Il capitale Umano, sembra tracciare una linea tra le apparenze e la sostanza, tra quello che la società sembra e quello che le persone sono nella realtà, spogliate dalle sembianze sociali e culturali. La sicurezza, che tanto riempie la bocca dei politici, è realmente tale o è la stessa ossessione per la sicurezza a generare potenziali alienazioni e ingiustizie? E la sporcizia, la violenza, il delitto, non potrebbero nascondersi proprio dove non verrebbe mai in mente di cercarle, nei salotti lustri e per bene?
Per raccontare tutto ciò, il regista punta su un’ambientazione formalmente e visivamente perfetta e vacanziera, la bella Forte dei Marmi e su un ricco cast di attori, tra i quali però spiccano Fabrizio Bentivoglio, interprete di un potente indecifrabile e carismatico, l’ottimo Tommaso Ragno, agnello sacrificale, il credibile Marco D’Amore, l’ambiziosa politica Maya Sansa, putroppo schiacciata da un eccessivo accento toscano, e il talentuoso Giulio Pranno, già fattosi notare in Tutto il Mio Folle Amore di Gabriele Salvatores.
La vicenda ha molti potenziali, il cast conta punte di diamante; l’inizio del film, letterario, coinvolge ed affascina portandoci in una strada in penombra e dai risvolti bui.
Nonostante tutto questo, nonostante qualche colpo di scena, nonostante sporadici lampi immaginativi che vanno al di là del raccontato, Security non riesce ad andare oltre il prodotto televisivo e il gradevole intrattenimento di una serata sul divano.
Il pensiero va al precedente La Ragazza nella Nebbia di Donato Carrisi, film anch’esso di matrice letteraria, che denuncia gli orrori di un piccolo centro che sembra pacifico e tranquillo, si avvale di accenti molto più cupi e di una narrazione non così dispersiva ed articolata, meno disomogenea nello stile e nelle intenzioni. Il film di Chelsom infatti sembra avere come punto debole proprio la regia e la sceneggiatura, che non hanno una loro identità stilistica e sembrano non saper sfrondare il superfluo, nè la retorica.
Security descrive un matrimonio, il bisogno di sicurezza di una comunità e un colpevole, che sono tali solo in apparenza e all’interno di questo falso quadro si aggira un uomo che non riesce più a dormire (Marco d’Amore), perchè vorrebbe tornare ad essere autentico e vivo in un contesto ormai diventato solo finzione e sopravvivenza. Uno sciacallo, che dalla parete su cui si trova ritratto (chi non appenderebbe la foto di uno sciacallo nel salotto?), durante la notte, gli si materializza sullo stomaco, come nel celebre dipinto romantico “l’incubo” di Johann Heinrich Füssli.
Tutto sembra molto interessante, purtroppo solo in apparenza.
Genere: Thriller
Anno: 2020
Regia: Peter Chelsom
Attori: Marco D’Amore, Maya Sansa, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bilello, Silvio Muccino, Tommaso Ragno, Ludovica Martino, Giulio Pranno, Beatrice Grannò, Antonio Zavatteri
Paese: Italia
Distribuzione: Vision Distribution
Sceneggiatura: Tinker Lindsay
Fotografia: Mauro Fiore
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Musiche: Andrea Farri
Produzione: Vision Distribution e Indiana Production
Lascia un commento