La chiave di Una storia d’amore e di desiderio è l’eros, inteso anche e soprattutto come cultura e sapere: un sottile filo rosso che attraversa tutta la visione del film in ogni singola scena, quella tensione erotica così palpabile che pervade la mente e tiene gli occhi incollati allo schermo. La regista Leyla Bouzid è stata Maestra nel centrare ciò che più sconvolge l’ animo umano da sempre: il desiderio. Un gioco incessante, fatto di provocazioni, paure e pulsioni, che fanno parte della natura umana.
Leyla Bouzid, tunisina, membro attivo dell’associazione dei giovani registi tunisini, è al suo secondo lungometraggio. Aveva diretto nel 2015 Appena apro gli occhi – Canto per la libertà.
Il sentimento amoroso e passionale è l’unione tra due culture, quella turca e quella araba, così vicine, ma distinte da molteplici fattori personali che contraddistinguono i due protagonisti. Gli occhi così pieni di insicurezza, vergogna, ma anche di pudica eccitazione di Haimed, che incrociano la vellutata e frizzante sensualità di Farah; la stessa vivacità presente anche in Appena apro gli occhi, il precedente lavoro della regista, altrettanto ricco dal punto di vista poetico e culturale.
Ambientata a Parigi, Una storia d’amore e desiderio racconta le vicende di due studenti universitari, Ahmed (Sami Outalbali) e Farah (Zbeida Belhajmor ), lei tunisina, lui di origini arabe. I due si incontrano ad un corso di letteratura a La Sorbona e da subito nasce una potente alchimia, ostacolata però dalle paure e dal carattere introverso di lui, in contrasto con l’ esuberanza e la disinibizione di lei. Due culture a confronto, che si specchiano attraverso il desiderio dei due protagonisti.
Una mal celata resistenza nei confronti di quel corpo femminile così adorato ma temuto provoca, in chi guarda, quasi una sensazione di dolorosa mancanza, accentuata dalla presenza così fresca e accattivante di lei, che mina tutte le convinzioni e i cliché del protagonista.
La musica, quando presente, ha un ruolo chiave: suoni caldi, speziati, dai profumi orientali, inebriano le fantasie dei protagonisti; sonorità che risaltano, in netto contrasto con gli ambienti metropolitani e chiassosi della capitale francese.
Una cristallizzazione dunque dei desideri, quelli più profondi, che solo attraverso una sincerità introspettiva ed il contatto con l’ altro si possono riscoprire, facendo fiorire Il giardino profumato (libro della letteratura erotica araba del XV secolo) in ognuno di noi.
La regista, durante la conferenza stampa che ha seguito la proiezione di Una storia d’amore e di desiderio, ha analizzato sia la scelta dei protagonisti che vari aspetti creativi del film.
In relazione al cast si espressa in questi termini: “ la scelta del ruolo di Ahmed è stata difficile, poiché il personaggio doveva possedere sia una forza aggressiva ma anche sensuale. L’ attore Sami Outbali, presente nella serie TV britannica Sex education, ma per la prima volta come protagonista in un film, è molto più disinibito in realtà rispetto ad Ahmed. Zbeida Belhajmor nel ruolo di Farah è stata scelta in Tunisia ed è la prima volta che fa la sua comparsa sul grande schermo; tra i due si è creata subito una forte sintonia”.
La Bouzid spiega anche la scelta delle musiche: “ la musica è presente in tutti i punti chiave del film ed è fondamentale , perché fa parte dei momenti di grande interiorità. È presente anche l’artista Ghalia Benali, cantante molto celebre in Tunisia, che aveva già interpretato il personaggio della madre di Farah in “Appena apro gli occhi”.
La regista parla anche del suo incontro con la letteratura araba e di come il libro Il giardino profumato, manuale di erotologia risalente al XVII secolo, si sia reso molto utile per il film. E ribadisce: “Il lavoro fatto è un lavoro di osservazione e studio del mondo arabo; l’unica esperienza simile al personaggio di Farah è stata quella di andare a studiare in Francia all’ età di diciotto anni – ma sottolinea : “ questo lavoro non è di tipo documentaristico bensì puramente creativo “.
Inside The Show chiede anche come è stata affrontata la dinamica analitica che caratterizza la personalità e i sentimenti del personaggio di Ahmed: “ la cristallizzazione è complessa, il film non ha una spiegazione semplice, sono presenti sia fattori individuali che familiari ,come ad esempio un atteggiamento depressivo nel padre del ragazzo. Il film vuole mettere in scena la complessità del personaggio, senza però darne una spiegazione univoca“.
Data di uscita: 25 marzo 2022
Genere: Drammatico
Anno: 2021
Regia: Leyla Bouzid
Attori: Sami Outalbali, Zbeida Belhajamor, Diong-Kéba Tacu, Aurélia Petit, Mahia Zrouki, Bellamine Abdelmalek, Mathilde Lamusse, Samir El Hakim, Khemissa Zarouel, Sofia Lesaffre, Baptiste Carrion-Weiss
Paese: Francia, Tunisia
Durata: 102 min
Distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione
Sceneggiatura: Leyla Bouzid
Fotografia: Sébastien Goepfert
Montaggio: Lilian Corbeille
Musiche: Lucas Gaudin
Produzione: Arte France Cinéma con il supporto di Centre National du Cinéma et de l’Image Animée in associazione con Cinémage 14
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