Grottesco, surreale, kitsch, debordante, esilarante: se avete amato le parodie di Mel Brooks e quel tipo di comicità irriverente e sarcastica, con qualche incursione nel black humor e desiderate 120 minuti di pura evasione, con colonna sonora da premio Oscar annessa, Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, per la regia di David Dobkin è il film che fa per voi.
Siamo negli anni 70 ad Húsavík, Islanda: piccolissimo centro abitato circondato dal mare del nord, noto solo per la pesca e l’avvistamento delle balene. Mentre la musica degli svedesi Abba impazza in tv all’Eurovision Song Contest, il piccolo Lars Ericksson (Will Ferrell), folgorato, promette a sé stesso e al mondo che da grande vincerà la competizione canora, tra le risate degli amici di famiglia e lo sgomento del padre Erick (Pierce Brosnan).
Nell’impresa, che si rivelerà epica e che sarà il faro di tutta sua la vita, lo segue la bella e talentuosa amica di infanzia Sigrit (Rachel McAdams), che sogna il successo ma ancora di più di mettere su famiglia con Lars. Insieme formeranno un duo: i Fire Saga, che si rivelerà autenticamente incendiario.
Tra elfi, colpi di scena, esplosioni, cattivi che tramano nell’ombra, apparizioni di fantasmi e canzoni melò/pop intonate col vento tra i capelli e lo sguardo ispirato dal vasto orizzonte, Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga scorre pirotecnico e divertentissimo, prendendo in giro stereotipi culturali e specifici contest musicali.
Pare che l’idea di scrivere una caricatura delle famose e seguitissime gare canore europee sia venuta al comico Farrell, che voleva ambientarla in un luogo remoto per il quale la celebrità cala inattesa e insperata: l’Islanda. I riferimenti alla realtà, parodiata ma non poi così tanto, sono svariati. A partire dalla presunta e mai dichiarata omossessualità del cantante e concorrente Alexander Lemtov (Dan Stevens), in gara per la Russia, che si invaghisce, musicalmente, di Sigrit e cerca di farla sua. La Russia, nelle passate edizioni, si è resa nota per aver censurato le esibizioni della drag queen Conchita Wurst, che appare anche nel film. Così come ha un ruolo, del tutto surreale, la cantante Demi Lovato, iniziale avversaria del nostro duo.
Il film ha ricevuto una candidatura ai premi Oscar 2021 per la migliore canzone e la piccola Húsavík in Islanda, scelta per motivi logistici e perchè trattavasi di una delle poche città con un nome pronunciabile, è diventata per la prima volta nella sua storia, meta di turismo, al punto da nominare l’unico bar esistente col nome di una delle canzoni del film.
L’attore Farrell fa il suo lavoro e la struttura del film è quella collaudata da tutta la sua carriera comica: sfigato e sognatore riesce nella sua impresa dopo svariati fallimenti ed umiliazioni e ottiene anche l’amore (uno per tutti: Land of the Lost). Ma stavolta il lungometraggio è impreziosito da un cast all’altezza, da una sceneggiatura serrata e da una serie di idee geniali ed autenticamente esilaranti.
Tutti elementi che rendono Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga una commedia che se non fa la storia del cinema, è certamente uno dei film più originali e divertenti in assoluto degli ultimi, non propriamente allegrissimi, due anni.
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