Disponile su RaiPlay Estate violenta, un film del 1959 diretto da Valerio Zurlini. Prodotto da , scritto e sceneggiato da Valerio Zurlini, Suso Cecchi D’Amico e Giorgio Prosperi, con la fotografia di Tino Santoni, il montaggio di Mario Serandrei, le scenografie di Dario Cecchi e Massimiliano Capricciol e le musiche di Mario Nascimbene, Estate violenta è interpretato da Eleonora Rossi Drago, Jean-Louis Trintignant, Jacqueline Sassard, Enrico Maria Salerno, Lilla Brignone, Giampiero Littera, Tina Gloriani, Federica Ranchi, Cathia Caro, Raf Mattioli, Bruno Carotenuto. Per la sua interpretazione Eleonora Rossi Drago vinse nel 1960 un Nastro d’Argento e il premio come miglior attrice al Festival di Mar Del Plata. Un Nastro d’Argento fu conferito anche a Mario Nascimbeni per la significativa colonna sonora.
Trama
Riccione, luglio 1943. Carlo, figlio di un gerarca fascista bolognese, esonerato dal servizio militare, raggiunge i propri amici in vacanza, dove conosce Roberta, vedova di guerra e madre di una bambina. Tra i due nasce una intensa relazione che provoca la gelosia della giovane Rossana, a sua volta innamorata di Carlo. Il precipitare degli avvenimenti seguito all’11 settembre e alla caduta del fascismo costringe il padre di Carlo alla fuga e mette Carlo e Roberta davanti alle scelte drammatiche che impone la guerra e che li porteranno a una dolorosa separazione.
Valerio Zurlini nel 1959 realizzava il suo secondo lungometraggio, Estate violenta, dopo l’esordio del ’54 con Le ragazze di San Frediano, mostrando la sua caratura di cineasta, sebbene più volte nel corso della brillante carriera affermò di non sentirsi un ‘autore’, in quanto voleva sottrarsi a una categoria caratterizzata da un’aurea che conferiva eccessiva importanza al singolo, laddove, invece, considerava assai più significativi i film di volta in volta prodotti e le storie raccontate.
Eleonora Rossi Drago e Jean Luis Trintignant giganteggiano in questo film ambientato durante il periodo a ridosso del 25 Luglio del 1943, quando Mussolini rassegnava le dimissioni e il re conferiva a Badoglio l’onere di presiedere il nuovo governo, inaugurando una confusa e turbolenta stagione caratterizzata dall’esplosione dell’antifascismo e della guerra civile. Carlo Caremoli (Trintignant), figlio ventenne di un gerarca fascista, raggiunge i suoi amici in vacanza a Riccione, e l’atmosfera gioviale che si respira è completamente stonata rispetto a un periodo di guerra che fatalmente incombe e, in tal senso, Zurlini realizzava una magnifica sequenza, nella quale vediamo i ragazzi in spiaggia intenti a passare giocosamente il tempo, quando all’improvviso un aereo tedesco piomba sul litorale, volando a bassissima quota, ricordando agli astanti quanto il conflitto fosse più che mai presente. E proprio in quest’occasione Carlo fa la conoscenza di Roberta (Rossi Drago), una vedova di guerra più grandi di lui di dieci anni, rimanendone folgorato. In un’altra bellissima scena, nella casa di Carlo, Zurlini, grazie ad alcune incisive pennellate di luce che trafiggono l’oscurità della sera, sulle note di Temptation (che è bene segnalarlo è una canzone cronologicamente successiva al tempo della rappresentazione, proprio perché il regista voleva estendere al presente la sensazione di sospensione narrata), dà corpo all’incontro amoroso dei due protagonisti, irrimediabilmente attratti, nonostante l’inopportunità della loro relazione. Comincia così un amore intenso e travagliato che è motivo di scandalo e che viene osteggiato da tutti. Ma ciò che più interessava al regista era rendere conto dell’irrisolutezza dei suoi personaggi, giacché Carlo, grazie a sotterfugi e, soprattutto, all’influenza del padre, riesce a evitare l’arruolamento, e Roberta, essendo stata sempre costretta a obbedire, senza mai prendere una vera decisione, attua una ribellione scomposta che non si rivela adeguata.
Ed è così che si giunge all’ultima strepitosa sequenza: Roberta, onde evitare che Carlo si presenti a Bologna per adempiere ai suoi obblighi militari, gli propone di seguirla a Rovigo, dove, in attesa della fine della guerra, trovare un efficace nascondiglio; i due prendono il treno diretto in Veneto, ma, ancora una volta, un aereo tedesco piomba sul convoglio, lanciando bombe e sparando raffiche di mitra. La verosimiglianza di questa scena la rende una delle migliori mai realizzate nella storia del cinema italiano. La crescita interiore del protagonista comporta una perdita assai dolorosa, ma necessaria ai fini di un’evoluzione che non può essere più evitata. Per la sua interpretazione Eleonora Rossi Drago vinse nel 1960 un Nastro d’Argento, premio che fu conferito anche a Mario Nascimbeni per la significativa colonna sonora.
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