Coraggio … fatti ammazzare (Sudden impact, 1983) è il quarto film che vede protagonista il poliziotto “Dirty Harry”, creato dal soggettista e sceneggiatore Harry Julian Fink. Dopo le regie di Don Siegel (Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo, 1971), Ted Post (Una 44 Magnum per l’Ispettore Callaghan, 1973), e James Fargo (Cielo di piombo, ispettore Callaghan, 1976), dietro la macchina da presa questa volta troviamo lo stesso Eastwood il quale, impegnato per la sua decima prova in qualità di regista per un lungometraggio, decide di intervenire in prima persona sul personaggio. “Coraggio… fatti ammazzare” è la frase che viene pronunciata due volte in questo quarto episodio della saga che avrà un quinto e ultimo episodio nel 1988 (Scommessa con la morte, regia di Buddy Van Horn).
A San Francisco, Callaghan è alle prese con una rapina in cui interviene con suoi metodi anticonvenzionali: lui e le sue abituali mosse (ammazzamenti, sguardi torvi e battute come quella del titolo del film) sono invisi ai superiori che questa volta lo mandano nella cittadina di San Paolo per calmare le acque e le attenzioni. Sul posto Harry potrà però investigare sul misterioso omicidio di un uomo ritrovato ferocemente ucciso da due colpi di pistola, uno alla testa e l’altro ai genitali.
Clint Eastwood dirige Coraggio … fatti ammazzare concedendo sottolineature sentite al ritratto di un personaggio che avvolge in un’atmosfera cupa e brutale, dove le componenti noir si sviluppano senza che venga meno la propensione autoironica presente in tutti i film della saga. Le attenzioni di Harry, in questo action dai toni crepuscolari e dalle punte spettrali, conducono a Jennifer (Sondra Locke), una bella donna che, dieci anni dopo essere stata stuprata assieme alla sorella (che da allora è ricoverata in una clinica psichiatrica), ha seguito la strada della vendetta utilizzando una 38 special.
La catena dei delitti si conclude ogni volta con un colpo sui genitali e uno sulla fronte, anche perché gli individui loschi ritrovati non hanno perduto il vizio, mentre Jennifer, frustrata dall’incomprensione e dai tempi insostenibili della legge, ha deciso di trovare da sola una soluzione uccidendo a uno a uno i responsabili della tragedia di famiglia. Il più pericoloso tra i candidati all’obitorio è Mick (Paul Drake), infido delinquente della località balneare di San Paolo il quale, con alcuni amici, fu responsabile del violento stupro di Jennifer e della sorella. Scoprendo che la donna ha già ucciso altri membri del gruppo per vendicarsi, Mick la ritrova con due suoi sgherri e, prima di ucciderla, si prepara a violentarla di nuovo. Jennifer è un’assassina-vittima con cui Callaghan e lo spettatore sono portati a empatizzare. Il ruolo di Jennifer assume centralità nel film che si basa su una sceneggiatura di Charles B. Pierce e Earl E. Smith, inizialmente pensata per un altro film che prevedeva come protagonista la sola Sondra Locke. L’attrice, legata sentimentalmente a Eastwood dal 1975, recita al suo fianco ne Il texano dagli occhi di ghiaccio (1976), L’uomo nel mirino (1977), Filo da torcere (1978), Bronco Billy (1980), Fai come ti pare (1980) e affianca l’attore per l’ultima volta proprio in Coraggio… fatti ammazzare (1983), prima di passare anche lei dietro la macchina da presa dalla metà degli anni Ottanta dirigendo alcune pellicole.
Il progetto del quarto Callaghan porta in scena la condotta ferale e disturbata di Jennifer, una pittrice la cui vendetta personale risuona come un gesto brutale, una conseguenza ad un trauma che non pare avere avuto ascolto né aver trovato senso nell’atteggiamento e tra le lungaggini delle istituzioni. Callaghan, a sua volta, si ritrova in un periodo non facile dal punto di vista professionale, con i superiori che gli concedono un periodo lontano dai riflettori, in quella San Paolo dove la “missione” di Harry non potrà fare a meno di incontrare quella “impresentabile” della donna in cerca di vendetta. Jennifer è una giustiziera, che, come Harry, provvede a modo suo. Conoscendo Jennifer, Harry si ritrova a confrontarsi con una donna che arriva a commettere ciò che lui, a causa del suo ruolo di difensore della legge, non può fare, e con l’interpretazione di Sondra Locke il film recupera intensità e inquietudine, pur vivendo di momenti alterni. Eastwood propone una cifra registica che allinea secchezza, brutalità, e una violenza esasperata persino insolita in un film della serie, come per la sequenza dello stupro, disturbante al punto da non lasciare indifferenti ancora oggi, mentre il finale al luna park non presenta soltanto una suggestione hitchcockiana (Delitto per delitto) ma dimostra come Eastwood sia in grado di sorprendere con momenti di regia affilata e spiazzante. Il film, con le sue venature di cupezza, è un western metropolitano di passaggio, che non può vantare la carica di intensità drammatica dei film di Eastwood che verranno ma la cui atmosfera è già in parte quella di un film più autoriale. In Coraggio… fatti ammazzare l’approccio al personaggio è scomodo e coraggioso, a dimostrazione che Callaghan è una figura complessa, e questa volta la problematicità arriva dall’incontro tra due vite inquiete che non hanno nulla da perdere, essendo, Harry e Jennifer, entrambi tormentati e vittime di una violenza che li porta a reagire, a trovare una loro forma di soluzione che non fa sconti così come la vita non li fa a loro. Come sarà evidente durante lo sviluppo della narrazione, Harry non ha forse tutta l’intenzione di arrestare Jennifer…
Sarebbe impietoso il diretto confronto con il modello rappresentato da Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo, e lo stesso Eastwood regista cerca qui una sua strada e la cercherà anche meglio altrove, perché adesso i buchi di sceneggiature e le fiacchezze di alcune scene di azione non restituiscono lo smalto che il film avrebbe meritato. Ma Coraggio… fatti ammazzare mostra tracce di uno stile che qui unisce secchezza e tensione a note dolenti, offrendosi come un poliziesco insolito e robusto, dove lo sguardo di Harry e Jennifer, e la loro condotta, sono il cuore nero di una vicenda in cui si fa strada una dimensione più sfaccettata. Quella che li vede protagonisti, loro malgrado, di un’irrequietezza che la società contiene e alimenta, aspetti che Eastwood ripercorrerà con tinte di lucidità e disturbante amarezza in titoli di maggiore perfezione stilistica come, come, uno per tutti, Mystic river (id., 2003). Coraggio… fatti ammazzare ha il pregio di riportare a livelli di intensità drammatica le ombre dentro e attorno al personaggio di Callaghan, per un attore passato già da tempo dietro la macchina da presa, il quale, dopo l’esordio nella regia con il thriller inedito e insieme sguardo sul femminile intitolato Brivido nella notte (Play misty for me, 1971), ha seguito un’onda personalissima, con titoli che rivisitano il western come Il texano dagli occhi di ghiaccio (The outlaw Josey Wales, 1976) e Bronco Billy (id., 1980), mostrando, in un film come Honkytonk man (id., 1982), anche uno sguardo più malinconico, quello di un antieroe appassionato di musica nera. Coraggio… fatti ammazzare ritrova la strada urbane colme di violenza, è premiato da un considerevole incasso al box office che sfiora i settanta milioni di dollari, ma Eastwood ha sempre e ancora in mente il western, con cui si confronterà nel successivo Il cavaliere pallido (Pale Rider, 1985), facendo un ulteriore passo avanti nella sua progressiva maturità d’autore.
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