Che succede quando la vena comico-malinconica dello scrittore Antonio Agrestini incontra l’ironia del regista Riccardo Camilli? Succede che gli otto episodi di Anime Sbullonate, che raccontano piccole storie romane, prendono vita e da piccole diventano grandi.
Il registro narrativo di Camilli, venato di una dolcezza nostalgica, minimalista, ma che dice schiettamente quel che deve dire, sembra essere un interprete ideale per i racconti di Agrestini, che ogni tanto sfuggono al reale e prendono il volo. Camilli li tiene ben ancorati a terra.
Le musiche, ispirate ai film italiane degli anni 70 (Piero Umiliani, Luis Bacalov, Pino Donaggio, Fabio Frizzi, Oliver Onions...) composte in modo certosino, a seconda degli episodi, da Marco di Simone e le canzoni originali scritte dallo stesso Agrestini, fanno da cornice alla descrizione di un’umanità un po’ smarrita, che arranca, ancora confusa dalle restrizioni e dalle regole dettate dal lockdown, ma soprattutto a quelle imposte dall’esistenza.
Così un anziano coniuge non riesce a darsi pace del fatto che il suo canarino non canti più, anche lui avvilito forse nel vedere tutti chiusi dentro casa, nonostante le rassicurazioni della moglie. Un disoccupato, dopo tante porte sbattute in faccia, ha l’ennesima sfortuna di scoprire il proprio numero di telefono stampato per errore sul volantino di una rosticceria. E se invece fosse un’opportunità? In Anime Sbullonate la solitudine si fa sentire, ma non è mai solitudine vera. La solidarietà tra le persone, una bugia pietosa, un gesto di tenerezza, talvolta la compagnia delle ceneri di un defunto, bastano a rendere la vita meno amara e i sogni meno irraggiungibili.
Riccardo Camilli, dopo i bellissimi Peggio per me (2018) e Guarda Chi si Vede (2022), film scritti e diretti da lui stesso – grazie alla DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE di Giovanni Costantino, si conferma un regista sensibile anche nel maneggiare la scrittura altrui. Ottimo attore, credibile e misurato, può vantare in questo film ad episodi la compresenza di interpreti validi, in particolare di Claudio Camilli, nel ruolo di un padre un po’ sopra le righe, ma anche di Veronica Di Giacobbe, Matteo Quinzi, Gaetano Mosca…
Anime Sbullonate è un film ad episodi immerso in una romanità senza tempo che vi divertirà, consolandovi anche un po’ delle sfortune e delle seccature della vita, perchè siamo un po’ tutti anime sbullonate.
Se avete voglia di un po’ di delicata ironia, di leggerezza ma non troppa, e di immergervi in una Roma fatta di tanti piccoli dettagli, che sfiora ogni generazione, non potete perdere Anime Sbullonate, che verrà, per il momento, proiettato al Cinema delle Province di Roma per 5 giorni, a partire dal 20 novembre.
Trama
8 brevi episodi, 8 frammenti di vita nella periferia di Roma, dalla penna ironica e malinconica di Antonio Agrestini. Una cinica single reduce da un matrimonio. Un padre disperato per una bravata del figlio, in pieno lockdown. Un pensionato preoccupato per il silenzio assordante del suo canarino. Una giovane coppia, durante la pandemia, improvvisa un finto matrimonio in casa. Un giovane venditore di aspirapolvere incappa in una vedova esuberante e poco ospitale. Un ragazzo tirchio, il giorno di San Valentino, fa un regalo insolito alla sua innamorata. Un errore di stampa su dei volantini provoca una serie di guai a un disoccupato ultra- trentenne che vive con la mamma. Un uomo di mezza età, orfano e solo, riceve la visita della sua anziana vicina che, prima di andare in vacanza, gli lascia in consegna un oggetto speciale.
Tanti personaggi, sfigati, buffi, disperati, esclusi, innamorati, disoccupati, cinici, che cercano di riparare le loro vite “sbullonate”.
Lascia un commento