Nel cuore del quartiere multietnico Esquilino, a piazza Vittorio, in una Roma che è un gran bazar, si aggira Mei (Yaxi Liu), una determinata ragazza cinese esperta di arti marziali, giunta a Roma per cercare la sorella, scomparsa misteriosamente. Si ritroverà coinvolto nell’impresa, inizialmente suo malgrado, il giovane cuoco Marcello (Enrico Borriello), un ragazzo mite che lavora nel ristorante dei genitori con poche prospettive. Anche il padre del ragazzo (Luca Zingaretti) è scomparso in modo misterioso, abbandonando lui e la madre (Sabrina Ferilli) nello sconforto e con qualche debito che però l’amico di famiglia Annibale (Marco Giallini), un piccolo criminale che sfrutta il lavoro degli immigrati, sembra voler appianare.
Il film si divide tra i due ristoranti, quello della mafia cinese chiamato “La città proibita” e quello italiano “Da Alfredo”, in odore di malavita romana, simboli di due realtà compenetrate, opposte ma somiglianti, di mondi fatti di violenze ma anche di tenerezze familiari, che convogliano in una Roma surreale, sulfurea, caotica.
Il nuovo film di Gabriele Mainetti, dopo il folgorante Jeeg Robot e il soddisfacente Freaks out, non delude le aspettative di chi al cinema cerca azione, un tocco di pulp fiction, divertimento e emozione. Ma soprattutto racconta una storia che parte dalla realtà, ne è immersa fino ai denti, ma costeggia, senza mai entraci veramente, il mondo dell’immaginazione. Un cinema sempre in bilico tra la concretezza e la fantasia, capace di ampi respiri, in grado di rendere internazionali, esemplari e significative le piccole vicende di cronaca nera, di quelle che si leggono nei trafiletti del giornale.
La città proibita infatti è un riuscito e imperdibile lavoro che ha le braccia di un film di arti marziali alla Bruce Lee, la violenza e le gambe di Kill Bill, il volto di Romanzo Criminale e il cuore romantico di Vacanze Romane. La sceneggiatura (Stefano Bises, Gabriele Mainetti, Davide Serino) non perde un colpo, rendendo i dialoghi molto efficaci, inoltre il regista dirige anche molto bene i suoi attori, ricavandone il meglio.
Ne La città Proibita, storia nella quale nessun cattivo e nessun buono sono completamente tali, è la paura a farla da padrone, non solo per l’efferatezza di alcune scene, quanto una folle quanto nascosta paura della diversità e della perdita della propria identità, che rende ciechi ai doni che se ne potrebbero trarre.
Diciamo che anche il talento di Gabriele Mainetti fa un po’ paura, perchè non ha nulla di provinciale, si distacca con netto vantaggio da tutto il piccolo intimista cinema italiano (solo Gabriele Salvatores era riuscito nell’impresa), dimostrando come il cinema di genere sia possibile anche da noi.
Regista: Gabriele Mainetti
Genere: Azione, Commedia
Anno: 2025
Paese: Italia
Durata: 135 min
Data di uscita: 13 marzo 2025
Distribuzione: PiperFilm
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