Zibba è un cantautore dalla comprovata esperienza: già nel 2003, insieme agli Almalibre, è tra i protagonisti del Concerto del Primo Maggio di Roma con alcuni brani del primo disco, “L’ultimo Giorno”.
Nel 2006, sempre con gli Almalibre, con cui forma una band, pubblica “Senza smettere di far rumore” che lo fa conoscere al grande pubblico grazie anche alla collaborazione con Tonino Carotone ( interpreta il singolo “Margherita”).
Seguono nel 2010 la partecipazione al Premio Tenco e la vittoria del premio Leo Chiosso.
Nel 2011 Zibba e Almalibre vincono due dei premi più importanti del cantautorato Italiano: il Premio Bindi e L’artista che non c’era.
Nello stesso anno vengono invitati alla trasmissione “Parla con me” su Rai3 dove si esibiscono ricevendo ampi consensi.
Sempre nel 2011, collaborano con Bunna, leader degli Africa Unite, con Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino e con Eugenio Finardi, per cui Zibba scrive il singolo “Passerà”.
Nel 2012 avviene la consacrazione con la vittoria della Targa Tenco come miglior album in assoluto per il quarto disco della band: “Come il suono dei passi sulla neve”. Nello stesso anno , Zibba vince il premio IML come artista indipendente più trasmesso dalle radio negli ultimi cinque anni.
Nel 2013 l’album “E sottolineo se” (un viaggio nel mondo della musica italiana, il cui titolo è un omaggio all’autore Giorgio Calabrese) è tra i finalisti della Targa Tenco 2013 per la categoria “Interpreti”. Esce inoltre il disco di Cristiano De Andrè, per cui Zibba scrive “Il mio esser buono”.
Seguono, nello stesso anno, esperimenti cinematografici interessanti (“Sei metri sotto la città”) e collaborazioni con Roy Paci, Niccolò Fabi e Tiziano Ferro, insieme al quale scrive il brano che decreterà il vincitore della settima edizione di X Factor, “La vita e la felicità” (cantata da Michele Bravi ).
Nel febbraio di quest’anno , approda a Sanremo, per la 64° edizione del Festival, nella sezione “Nuove proposte”.
Il brano “Senza di te” conquista la critica e si aggiudica due riconoscimenti: il premio “Mia Martini” e il premio “Lucio Dalla”, assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web.
Il 20 Febbraio è uscito il sesto album con gli Almalibre, “Senza Pensare all’estate”. Più che una raccolta , questo lavoro sembra una sorta di ” road map” di un viaggio che, sebbene sia iniziato da un po’, è ben lungi dal terminare: un momento per fermarsi, vedere dove si è stati e dove si sta andando, con un bagaglio culturale decisamente accresciuto e, perché no, cambiato e impermeato delle esperienze fatte.
Un viaggio in cui ogni dettaglio è stato curato (metrica perfetta e musiche che si fondono sapientemente con la voe dell’artista) ma che non esclude la possibilità di fare fermate impreviste (brani scritti in modo istintivo e diretto) e che fondono esperienza e voglia di nuovo.
In attesa del live (che rappresenta la vera forza di questo cantautore e della sua band), noi di MyReviews.it abbiamo incontrato Zibba.
Come è maturata la decisione di partecipare a Sanremo?
Dopo tanti anni di gavetta sentivamo il bisogno, seppur non così indispensabile, di una visibilità maggiore che la televisione in Italia riesce ancora a dare ad artisti che suonano musica come la nostra.
Generalmente il premio della critica è quello che decreta il successo di un brano. Infatti fu vinto da Daniele Silvestri , Elio e Le Storie Tese , Fiorella Mannoia ed Elisa, tanto per fare qualche nome. Ti aspettavi un simile riconoscimento (unito anche al premio della Stampa)?
Certo che no, è stata una grande sorpresa e siamo davvero felici di aver portato a casa simili riconoscimenti. Era esattamente quello che speravamo in cuor nostro, nonostante fossero molti quest’anno a meritare questi premi.
“Senza di te” è un brano intimo e profondo. C’è stata un’esperienza in particolare che l’ha inspirato?
La voglia di raccontare che dai propri errori si può ripartire senza paura per costruire ogni giorno bellezza. Ogni cosa che scrivo parte da un vissuto quotidiano, qui parlo della mia famiglia che spesso è fonte di ispirazione per i miei pensieri.
“Ci scopriremo col tempo per coprirci con cura” e “Credo in noi come se fossimo di un’altra generazione” sono frasi intense. C’è una particolare generazione a cui ti riferisci e perché?
Quella dei miei nonni, che si sceglievano per la vita senza, appunto, aver troppa paura di sbagliare. I racconti della guerra sulle ginocchia di mio nonno sono stati molto importanti per me.
Tu hai 35 anni, io 36. Quali sono secondo te gli artisti e/o gli eventi che hanno segnato musicalmente la nostra generazione ?
Difficile a dirsi, siamo nati in un periodo musicalmente strano. Io mi sono lasciato affascinare dal jazz e dal rock and roll quando ero ragazzino, per poi scoprire i cantautori e le grandi band in età da bar. Credo mi abbia segnato più un certo cinema dei nostri anni che non la musica che c’era in radio. Per la musica devo sempre andare a qualche anno prima per trovare qualcosa che mi fa davvero vibrare dentro.
Tra i brani presentati all’ultimo festival, ce ne è stato qualcuno che ti ha colpito e perché?
Il brano di Cristiano De Andrè. Mi ha commosso enormemente per la bellezza e per il modo. Questo è stato un festival magico, di grandi canzoni passate forse in secondo piano rispetto ad altre. Ma accade spesso, e poi le canzoni importanti restano nel tempo e nel cuore della gente.
Passiamo all’album. Come sono stati scelti i brani in oltre dieci anni di produzione?
Non è stato facile, abbiamo lavorato molto a questa scaletta cercando di confezionare un album che avesse davvero senso. Abbiamo escluso con difficoltà alcune canzoni, ma la sfida è stata proprio questa. Tirare fuori il meglio di noi in pochi giorni e con tutto il carico emotivo che avevamo addosso in quel momento.
C’è un brano a cui ti senti particolarmente legato e , se sì, perché?
Sicuramente la title track. Rappresenta un suono ed un’attitudine nuovi per noi, che forse hanno a che fare con il futuro più prossimo della band. Inoltre il testo rappresenta il mio nuovo metodo creativo, il nuovo me che scrive di se stesso.
“Senza pensare all’estate”: perché il riferimento a questa stagione in particolare?
Perchè tutti aspettiamo l’estate, sempre. Metaforicamente la canzone vuole raccontare di quanto sia meglio cercare sole ed estate nelle nostre giornate sempre. Senza aspettare che sia la bella stagione, o dio, o qualcun’altro, a portare gioia nelle nostre giornate.
“Il mio esser buono” è acustica, come se tu la suonassi dal vivo e anche “Bon Voyage” ha un sapore live. Cosa ti piace dell’esibizione dal vivo?
Il disco è stato affrontato tutto in questo modo, suonato come fosse un concerto. Questo perchè volevamo raccontare la parte di noi che ci rappresenta di più. I concerti sono l’essenza del nostro fare musica. Tutto è un grande pretesto per salire sul furgone e andare a suonare le nostre cose in faccia alla persone, per riprenderci un po’ di quell’emozione che attraverso le canzoni arriva alla gente.
Jazz, rock, folk, omaggi al reggae di Bob Marley e al blues/rock/jazz di Tom Waits. C’è un genere a cui ti senti più legato e, se sì, perchè?
Assolutamente no. Faccio la musica che mi piace. E mi piace tutta.
Una domanda “sciocca”:più emozionante il concerto del primo Maggio o il Festival di Sanremo?
Emozionanti entrambi. Forse il primo maggio perchè eravamo giovani e perchè credevamo che dal giorno dopo sarebbe cambiata la nostra vita. Sanremo lo abbiamo vissuto con esperienza e consapevolezza, solo emozioni positive che sono quelle che non ti fanno andare in merda bensì ti tengono vivo e con un grande sorriso sempre appiccicato addosso.
Sei un’artista poliedrico (hai già sperimentato il cinema con “Sei metri sotto la città”): ci sono altri progetti non prettamente musicali in vista?
Non ne ho idea, mi lascio stupire dalla vita e prendo in considerazione sempre tutto ciò che mi viene proposto perchè so che può darmi qualcosa di nuovo. Mi piacerebbe scrivere le musiche per un grande film.
Fabio Fazio ha mostrato di apprezzare il mondo cantautorale e la tua esibizione a “Che tempo che Fa” ha ricevuto un bel successo. Prevedi altre collaborazioni con lui?
Non posso prevedere nulla, ma mi auguro di incontrarlo ancora perchè mi ha fatto sentire a casa. E non è da tutti.
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Un lungo tour che ci porterà in tutta Italia fino alla fine dell’estate, e poi si ritorna in studio. Abbiamo voglia di fare, come sempre. Di metterci in gioco ancora e ancora. Non conosciamo altro modo di vivere. Adesso mi concerto su quello che c’è e provo ad essere un buon padre che è la sfida più grande del mondo. E si riparte…
Ringraziamo Zibba per la disponibilità, e vi ricordiamo il sito https://zibba.it/ dove potete trovare le date del tour e molte informazioni interessanti su questo poliedrico artista.
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