Lunedì 13 maggio alle ore 20:30, nell’ambito della sesta edizione di CinemaSpagna, il Festival del cinema spagnolo che si tiene al Cinema Farnese Persol di Campo de’ Fiori a Roma, Omaggio a Nino Manfredi, con la proiezione in versione originale con sottotitoli in italiano di El Verdugo (tit. ita La ballata del boia), di Luis García Berlanga, nel 50° anniversario della sua prima uscita. Alla serata saranno presenti il figlio di Nino, il regista Luca Manfredi; la giornalista Laura Delli Colli, nipote di Tonino Delli Colli, che curò al tempo la direzione della fotografia del film e Fabrizio Natalini, autore di un libro su Ennio Flaiano, co-sceneggiatore del film.
Fotografato da Tonino Delli Colli e sceneggiato dal regista con Rafael Azcona ed Ennio Flaiano, il film racconta di un impiegato (Nino Manfredi) delle pompe funebri che, sposata la figlia di un boia, vive sul divano del fratello, scelto dal suocero (José Isbert) a diventare il suo successore. In cambio avrà il tanto agognato oggetto del desiderio: un appartamento. Una storia intrisa di humour nero, ritmato dal rumore sinistro della garrote, il film è una satira feroce sulla Spagna franchista e una forte, mai retorica, requisitoria contro la pena di morte. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 1963, suscitando le ire della delegazione spagnola, ricevette il Premio Fipresci della critica internazionale. Distribuito in Spagna in ritardo con alcuni tagli, fu più volte votato dai critici ispanici come il miglior film spagnolo di tutti i tempi.
Il contesto del film El Verdugo
Se le dittature rappresentano un ostacolo per chi fa un lavoro creativo è anche vero che proprio dalle imposizioni, dalla mancanza di informazione, dalla pochezza culturale, dalla povertà intellettuale, dalla censura, viene fuori l’umorismo: con Franco venne fuori Berlanga (Valencia 1921 – Madrid 2010), che non a caso realizzò autentici capolavori fortemente influenzati dal Neorealismo italiano e dal verbo di Zavattini, proprio sotto la dittatura del Caudillo.
El verdugo venne sottoposto tre volte al vaglio della censura. Non “piacevano” la scena in cui i funzionari scherzano, montando la garrota, o le frasi di Amodeo/Manfredi quando afferma di volersi trasferire in Germania. La censura intervenne anche a film terminato, tagliando la scena in cui Amadeo/Isbert, il boia, tira fuori i suoi arnesi sul tavolo davanti allo sguardo attonito di Manfredi. Berlanga venne “accusato” di negligenza, ma si sa che nell’armadio di casa sua conservava più di trenta copioni non autorizzati dalla censura. Il film è del 1963. In che contesto viene realizzato? L’ETA (organizzazione terrorista basca) è appena nata. Gli anni ‘60 sono gli anni del “Miracolo Spagnolo” (Desarrollo), sono gli anni del boom economico, in cui diventa famoso lo slogan Spain is different. La Spagna si apre al turismo ma allo stesso tempo si assiste a una forte emigrazione di lavoratori verso il resto d’Europa. I ‘60 sono gli anni finali della dittatura di Franco, gli anni dei “tecnocrati” che misero in atto politiche di sviluppo neo-liberali rimpiazzando la vecchia guardia falangista, propensa all’isolazionismo.
Nel 1963 il comunista Julián Grimau viene fucilato e gli anarchici Granados e Delgado vengono giustiziati con la garrota. Durante questo decennio diventano sempre più frequenti gli scioperi e le manifestazioni nelle università.
Dichiarò al tempo il regista: “Il film nasce da una storia che mi raccontò un avvocato. È la prima volta che quanto mi viene raccontato viene tradotto in immagini: una grande stanza bianca, entra un vecchietto, è il boia.. Lo raccontai ad Azcona mi disse che sarebbe stato necessario aggiungerci solo un’ora e mezza in più!”. Per sviluppare quell’ora e mezza in più, il regista valenciano tornò a chiamare Ennio Flaiano (Pescara 1910 – Roma 1972), con cui aveva già collaborato in “Calabuig” (1956). Secondo Fabrizio Natalini: “Il kafkiano protagonista è un tipico personaggio flaianeo, un povero disgraziato che, per convenzioni e per obblighi morali – famiglia, soldi, tradizione – è costretto dal suocero, il boia statale, ad assumerne la professione: il suo senso del dovere lo porta a un’altra ispirazione sbagliata”.
CinemaSpagna, fondato e diretto da Iris Martín-Peralta e Federico Sartori, è sostenuto dalla Direzione delle Relazioni Culturali e Scientifiche del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione di Spagna e dall’Istituto di Cinematografia Spagnolo, con la collaborazione delle Ambasciate di Argentina e di Colombia in Italia, da quest’anno moltiplica la propria presenza sul territorio italiano con tappe e anteprime in numerose città tra cui La Spezia, Cagliari, Pordenone, Treviso, Firenze, Napoli, Milano e Bologna.
Ingresso
6 euro – biglietto intero
4 euro – biglietto ridotto (studenti, over-60)
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