Diciassette anni sono davvero troppo pochi per fare le scelte giuste, per decidere della propria vita. Ci si sbaglia. Non si conoscono ancora abbastanza bene se stessi e il mondo là fuori. Ma se sei cresciuto in una famiglia bianca del proletariato di Detroit, magari anche in un ghetto nero, e ti hanno preso con un bel po’ di “polverina”, al di sopra di quei maledetti 650 grammi previsti dalla legge del Michigan del 1987, una scelta sbagliata può costarti l’ergastolo. Non importa se nel traffico di droga ti ci hanno incastrato degli agenti corrotti dell’Fbi, quando di anni ne avevi solo quattordici. Se ai pezzi grossi non ci si arriva, qualcuno deve pur pagare.
Questa è la vicenda amara di Rick Wershe Jr., e il regista franco inglese Yann Demange, decide di raccontarla in Cocaine: La vera storia di White Boy Rick: non solo la vicenda un ragazzino abusato dalla vita, ma anche di una città intera e di un decennio violento per quella parte di America.
Una Detroit così non si vedeva da tempo, neanche dopo il film di Kathryn Bigelow del 2017, dove la grande città del Michigan che dà nome al film è trasformata in un incubo bellico nei cinque giorni della rivolta del 1967. Le ciminiere del grande centro industriale ai confini con il Canada sbuffano fumo grigio in agglomerati urbani spettrali, fatiscenti, ancor più gelidi per il filtro bluastro della fotografia che investe ogni cosa di una luce metallica. Il ragazzino Rick vive in mezzo a persone di colore tutte coinvolte nel traffico di cocaina, perché in quegli anni il problema era la il crack, e polizia ed Fbi nell’impeto repressivo non si facevano troppi scrupoli. Anche la sorella di Rick, la fragile Dawn, è tossicodipendente.
Lo sguardo di Demange su questa famiglia disastrata, e su quasi tutti i personaggi, persi nelle loro povere esistenze, è di pietà, e basterebbe solo questo per farci amare Cocaine. Se ci mettiamo anche un ottimo cast capitanato da Matthew McConaughey (il padre), e una sceneggiatura che non fa una grinza il risultato è un film egregio, uscito forse troppo tardi per poter aspirare a un riconoscimento.
La storia di Rick è anche la rappresentazione di un’umanità perdente, quella dei poveri che il sistema schiaccia e ferisce, e degli abusi di un potere corrotto che li calpesta senza troppa considerazione. Dopo che il Federal Bureau of Investigation si lava le mani della sorte di Rick, costretto a divenire un delatore in un falso patteggiamento, l’agente Fbi dirà al padre: “Noi scartiamo i pezzi piccoli e miriamo in alto nelle nostre indagini, ma alla fine bisogna prendere quello che è rimasto nella rete“.
Il Ragazzo Bianco Rick, come lo battezza un coetaneo di colore coinvolto nel traffico di cocaina (che sta alla base dell’economia di tutta la comunità) diviene poco per volta assorbito da quella sottocultura. Catene d’oro al collo e abiti kitch, perduto in uno straniamento di valori, arriverà persino ad accettare la droga che ha rovinto l’amata Dawn quando si covince che l’unica via di salvezza è il denaro. Una caricatura bianca dei suoi amici e del loro universo. “Si vede che loro sono di un’altra razza“, dirà mentre tutti osservano ridendo la nonna che ripone la cocaina nel forno. E il padre di Rick finirà passivamente per accettare tutto, anche quel business cui si è sempre opposto.
Quello di Rick senior è un personaggio a tutto tondo, che McConaughey interpreta con sensibilità riuscendo a renderne appieno le sfaccettature e le contraddizioni. Un uomo dall’animo delicato, abbandonato dalla moglie e soverchiato dalle responsabilità di una famiglia allo sfascio, un uomo che sa di mitologia greca e di letteratura e porta nel profondo un’intima e irrazionale fiducia nella vita. Costretto ad accettare come normali le devianze della figlia drogata, deve anche gestire il rapporto con gli anziani genitori in una quotidianità ai limiti dell’assurdo.
Del film rimangono negli occhi il fumo bianco degli esterni notte, dove solo il rosso dei fuochi e delle luci emerge dal nero, come in un quadro di Caravaggio, anche se il regista Yann Demange non ha nessuna pretesa estetizzante. Nel cuore, invece, rimangono tanti momenti, dal viso devastato di Dawn alle conversazione nel parlatorio del carcere. E soprattutto la riconversione finale alla impietosità del vero del padre di Rick.
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick è stato in anteprima mondiale al Festival di Telluride e ha partecipato a diversi festival internazionali tra cui il Festival internazionale del film di Toronto.
DATA USCITA: 7 marzo 2019
GENERE: Drammatico
ANNO: 2018
REGIA: Yann Demange
ATTORI: Matthew McConaughey, Richie Merritt, Jennifer Jason Leigh, Bruce Dern
PAESE: USA
DURATA: 111 Min
DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Italia/Warner Bros. Pictures Italia
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