Fu l’uomo che rese una dichiarazione di 48 pagine al giudice Falcone e che aprì la strada al maxiprocesso del 1986, il pentito che, con la sua scelta di parlare. spalancò la porta di una nuova stagione della lotta alla mafia, di cui, fino ad allora, sembrava incerta persino l’esistenza. Il Tommaso Buscetta di Bellocchio e Favino è un uomo tormentato e complesso, certo un malavitoso, ma capace anche di una lealtà diamantina e di un profondo senso dell’onore. Non l’onore mafioso, ma quello della dignità di chi è disposto a schierarsi a viso aperto per la verità (o almeno quella che lui crede essere la verità).
Il film di Marco Bellocchio Il Traditore è uscito nei cinema italiani con ancora l’eco dei tredici minuti di applausi scroscianti dopo la proiezione a Cannes. Il ritratto che ne scaturisce non ha mancato di suscitare polemiche, perché la scelta di fare del pentito un personaggio a tutto tondo, di cui viene resa la tridimensionalità e quindi anche gli aspetti positivi dell’uomo, può lasciare interdetti. E’ giusto fare di un ex mafioso una figura positiva? Non era certo questa l’intenzione del regista, e sicuramente il Buscetta di Bellocchio è un antieroe, ma definirne anche la dimensione umana, che è uno dei pregi del film, ha rischiato di creare dei fraintendimenti.
Persino l’ottimo Pier Fancesco Favino, che ha operato su se stesso un lavoro di mimesi accurato, modificando la sua voce e la gestualità, ha dichiarato di essersi è trovato in difficoltà a prendere le distanze da una figura con cui condivide alcuni valori.
Il Traditore è comunque, come tutti i film del regista, un’opera che sottolinea l’attenzione dell’autore al pubblico e al privato, e spesso intreccia le due riflessioni. Dal suo esordio con I Pugni in Tasca, dedicato al progressivo disgregarsi dei valori della famiglia, è evidente come anche il riferimento all’attualità sociale trovi sempre una dimensione domestica. Come in Buongiorno, Notte, sulla vicenda drammatica del sequestro di Aldo Moro, con i terroristi spiati nei gesti della loro quotidianità. O come in quest’ulimo Il Traditore, dove gli affetti e le vicende familiari occupano uno spazio fondamentale.

Nella scena, il dialogo tra Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta
Tommaso Buscetta è un uomo solo nella tormenta degli anni più scuri della lotta condotta da Falcone e Borsellino, un “soldato” fedele alla sua verità e alla sua convinzione di avere giurato lealtà a Cosa Nostra, e non alla mafia, che per lui è un’altra cosa. Sono loro, i Riina, i Provenzano e gli altri corleonesi ad aver tradito gli ideali di Cosa Nostra, dirà al giudice Falcone con il quale stabilirà non certo un’amicizia ma un’intesa fatta di non detti e mutuo rispetto.
Notevole anche l’interpretazione di Luigi Lo Cascio, che ritaglia con credibilità la figura di Salvatore Contorno, e di Fausto Russo Alesi, completamente votato alla grande responsabilità di interpretare il giudice Giovanni Falcone.

Marco Bellocchio con il cast del film al Festival di Cannes
Le sequenze del maxiprocesso, accurate ma non certamente una ricostruzione documentaristica, sono avvicenti, e nella libertà del suo racconto Marco Bellocchio indugia ancora una volta nelle sue digressioni oniriche, nel suo mescolare sogni e allucinazioni con la realtà. Ci rimangono negli occhi gli incubi di Buscetta che vede se stesso nella bara (forse un istintivo rimando al Posto delle Fragole), il fantasma della madre che lo interpella con parole da bambino. E soprattutto l’immagine di sconsolata solitudine del pentito invecchiato che veglia, seduto sulla soglia di casa del suo esilio americano, con il fucile sulle ginocchia.
- DATA USCITA:
- GENERE: Drammatico
- ANNO: 2019
- REGIA: Marco Bellocchio
- CAST: Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Cândido, Luigi Lo Cascio, Fausto Russo Alesi
- PAESE: Italia
- DURATA: 135′
- DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
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