Si, sarò megalomane e ho anche deliri di onnipotenza. Qualcuno dice che creda di essere Dio, ma come dice Woody Allen “…a qualcuno dovrò pure ispirarmi”. La verità è che se bisogna copiare sempre meglio copiare dai migliori, benché si stia in un periodo in cui è più vantaggioso copiare dai mediocri anche perché sono i mediocri che tirano le fila delle cose più importanti.
Certo si potrebbe anche essere furbi e prendere in giro i mediocri facendo credere loro che siano i migliori per poi fargli il gesto dell’ombrello quando li si è fatti fuori. Molti di voi sanno che aspiro a fare il cineasta, ma siamo in tempi di magra ed io essendo particolarmente convinto di essere un genio e contemporaneamente essendo poco furbo non rientro nel novero di quelli a cui darebbero 10 centesimi di euro per fare un film. E allora? Allora mi rincuoro e vi racconto di questi tre meravigliosi artisti che hanno deciso, chi prima, chi poi, di prodursi da soli.
Herzog era un ragazzo imberbe. Si presentò ad un colloquio con due produttori che quando lo videro gli chiesero dove fosse il padre, ma lui disse: “Il regista sono io”. Uno lo prese in giro, un altro gli disse una cosa volgarissima e irripetibile. Si incazza, esce dallo studio di questi due coglioni e fonda la W. H. Film. Aveva un’auto, un telefono e una macchina da scrivere. Inizia a girare senza nulla e diventa alla fine il maggior esponente vivente del cinema tedesco e tra i personaggi più importanti al mondo nell’ambito culturale. Romanziere, sceneggiatore, documentarista, regista teatrale, d’opera, cinematografico. Meno male che i due coglioni lo abbiano sbeffeggiato, magari per farsi due risate. Lo avrebbero finanziato poi affossato, e oggi Herzog non sarebbe tra noi.
Jerry Lewis ha una storia diversa. Era povero ma diventa ricchissimo facendo spettacoli, principalmente duetti musicali e gag con Dean Martin, in tutti i locali della mafia italo americana, che soldi da far girare ne aveva in quel periodo. Poi passa al cinema, prima con e poi senza il socio Martin. Di certo Jerry non parte dalla situazione di svantaggio come Werner. E’ ricco, famoso e amatissimo. Ma ad un certo punto circa a quarantanni il suo talento e la sua visione del cinema prendono il sopravvento e inizia a scrivere e dirigere i suoi film. I cineasti francesi lo definiranno “il regista totale” o l’uomo macchina del cinema, come lo definisco io molto più umilmente da osservatore. Prima c’era stato Buster Keaton. Jerry scrive e dirige e ad un certo punto produce in proprio. Ora è vero che Jerry i soldi li aveva ma è anche vero che produrre cinema al suo livello di soldi ce ne vogliono molti, ma molti, senza contare il fatto che negli USA quanto ti si mettono contro ti chiudono tutte le porte. Ed è ciò che accadde a Jerry con Scusi, dov’è il fronte? (1970). La storia di un miliardario eccentrico che riformato alla leva decide di creare un piccolo esercito personale per combattere contro la Germania. Film cattivo, ironico, fiasco colossale. Jerry non produrrà mai più nulla ma oggi è considerato uno dei suoi migliori film.
Jacques Tati, fonda la Spectra Film nel 1956, è un enorme ennesimo genio del cinema. Francese nel midollo, contiene in sé gli aspetti straordinari del teatro, del mimo e della capacità della messa in scena. Anche lui, giustamente, tiene al controllo creativo e totale, e con tutti i soldi che ha finanzia Playtime. Ricostruisce Parigi, le strade, i monumenti e le auto. Usa tutti i mezzi possibili per erigere il suo nuovo mondo artificiale. Una Parigi ultramoderna, spersonalizzata, stracolma di meccanismi sociali e burocratici, con uomini e donne anch’essi meccanici, tema presente in Alphaville di Godard. E tutto nel suo film è Cinema come dovrebbe essere, nulla di realistico, ma iperRealismo, SurRealismo, costruzione visiva. Playtime è oggi uno dei film perfetto, ma all’epoca fu un disastro senza precedenti. La casa di produzione venne messa sotto sequestro, Tati perse ogni suo bene mobile e immobile. E i diritti dei suoi film venduti all’asta al ribasso come fossero mobili vecchi. Sono belle storie? Roba da cui prendere esempio? Lo consiglieresti a tutti i giovani? Certo, sì. Se non si ha smania di successo, se la vanità non prende il sopravvento, se non avete fretta, se pensate a fare film, teatro e musica per farli e non per farvi vedere, sì.
Se invece volete avere successo e fare i selfie con i passanti sentendovi ripetere il vostro ultimo tormentone che avete provato all’ultimo matrimonio beh, allora no, andate a fare i provini per Colorado, Made in sud, fate gli Youtuber. Per le ragazze ci sono gli sgabelli dei programmi sportivi o fare finta di essere ballerine o i selfie su fb e le pagine ” personaggio pubblico”. Per noi tutti, invece, sognatori senza speranza e senza pubblico, ci sono queste parole di Jacques Tati quando gli tolsero tutto. “Non mi dispiace che Playtime non abbia incassato abbastanza soldi. Io resto e voglio restare sempre precario come un esordiente. Mi sento giovane, come uno studente, ogni volta che inizio un film.Non ho la necessità di accumulare soldi per le banche non mi ammazzerò per il mancato pagamento di una rata del mutuo. Io faccio film“.
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