Detroit
Regia: Kathryn Bigelow; USA, 2017.
Interpreti: John Boyega, Will Poulter, Algee Smith, Jacob Latimore, Jason Mitchell, Hannah Murray.
Ore 21,00 Rai 4, Canale 21; durata: 143’.
Luglio 1967, le comunità nere si rivoltano contro la polizia bianca, in una settimana di guerriglia urbana dove le forze dell’ordine sparano su ogni persona di colore, adulto o bambino. L’anarchia corre sovrana e nessun diritto è salvaguardato. Kathryn Bigelow racconta un fatto di cronaca che non ha ancora trovato giustizia affidandosi ad un montaggio serratissimo e allo stile documentaristico. I poliziotti si fanno belli e affascinanti dietro i loro scudi ma le ragazze dell’albergo preferiscono andare a letto con gli uomini di colore. Forse sono più bravi e dotati e questo instilla strani pensieri nella testa degli uomini in divisa. Azioni e reazioni in un clima da Far West.
Il giovane Karl Marx
Regia: Raoul Peck; Austria, Francia, 2017.
Interpreti: August Diehl, Eric Godon, Vicky Krieps, Rolf Kanies, Olivier Gourmet, Hannah Steele.
Ore 21,20 Rai 3, Canale 3; durata: 112’.
La vicenda di Karl Marx resa racconto biografico con accenti romantici e attenzione alla classicità della rappresentazione. A 26 anni, Karl Marx porta la moglie Jenny sulle strade dell’esilio, poi incontra a Parigi il giovane figlio del proprietario di una fabbrica, il dandy Friedrich Engels che ha studiato la nascita del proletariato inglese e di cui Marx ha bisogno per ricevere l’impulso a definire una nuova lettura del mondo. Lottando contro le forze del proprio tempo, insieme riusciranno a edificare la teoria del comunismo. A tratti un po’ di maniera, il film avrebbe meritato maggiore incisività ma si segnala per essere un’immersione pedagogica salutare nella nascita di un pensiero filosofico rivoluzionario.
Il fiore delle mille e una notte
Regia: Pier Paolo Pasolini; Italia, 1974.
Interpreti: Ninetto Davoli, Franco Citti, Tessa Bouché, Franco Merli, Ines Pellegrini
Ore 00,45 Rai Movie, Canale 24; durata: 130’.
Penultimo film di Pier Paolo Pasolini e conclusione dell’intera Trilogia della vita (come definì l’autore il trittico che comprendeva Il Decameron, I racconti di Canterbury e appunto il film in questione), è un film le cui suggestioni – luoghi e personaggi che diventano archetipi, animati dal realismo gli attori, tutti non professionisti – si fondono ai rimandi mitici delle pagine letterarie del grande classico di fiabe orientali “per opporre al presente consumistico un passato recentissimo dove il corpo umano e i rapporti umani erano ancora reali, benché arcaici, benché preistorici, benché rozzi, però tuttavia erano reali, e opponevano questa realtà all’irrealtà della civiltà consumistica” (Pasolini).
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