L’attimo fuggente
Regia: Peter Weir; Drammatico; USA, 1989
Interpreti: Robin Williams, Robert Sean Leonard, Ethan Hawke, Josh Charles, James Waterston
Ore 21,15 LA7 Canale 7, durata: 129’.
Inizio d’anno con Peter Weir e Robin Williams. Riportiamo un’estratto dal libro: “Jerry e Robin. Pensare divertente” (di R. Lasagna e A. G. Mancino, Edizioni Falsopiano).
“Nella sceneggiatura originaria de L’attimo fuggente, scritta da Tom Schulman, il professor Keating alla fine si scopre affetto da un linfoma non Hodgkin. E’ proprio il regista Peter Weir a suggerire l’elisione di un simile sviluppo, che avrebbe reso facile per gli studenti del college identificarsi con una persona che sta morendo. ‘Ma se lui non sta morendo, allora loro si schierano dalla parte di quello che lui ha insegnato, e il messaggio è molto più forte’. Weir ha ragione a pretendere un cambiamento della sceneggiatura, per un film che porta all’attenzione temi profondi, e offre a Robin Williams il ruolo dell’affermazione nel cinema drammatico, affidandogli il ritratto del professore che tutti vorrebbero avere, la storia di Keating che insegna poesia attraverso metodi anticonformisti (la prima volta che i incontra i suoi studenti li invita a strappare le pagine del libro che pretende di valutare la poesia con gli assi cartesiani, denunciando l’assurdità di regole e meccanismi che definiscono l’arte senza cogliere il valore dell’artista: solleva il morale della classe trasformando la lezione in un incontro di condivisione emotiva e di liberazione dall’ortodossia). Il professore esortante è il cuore rivelativo di un film che riposta alla ribalta Shakespeare, Whitman, Keats, porgendoli come gli amici nuovi e salvifici per i ragazzi abituati agli insegnamenti dottrinari del college. Neil, Todd, Charlie e gli altri riscoprono Byron, Tennyson, Thoreau, al seguito delle lezioni esuberanti di Keating che guida i giovani indicando una vita in cui le discipline nobili – ingegneria, medicina, legge, economia – sono tali perché necessarie al nostro sostentamento, ricordando però che la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono le sole cose che ci motivano realmente. La performance di empatia incoraggiante con cui Williams diventa Keating, è per l’attore un’esperienza di immedesimazione graduale, solo in parte frenata, all’inizio della lavorazione, dall’umore preoccupato per il divorzio in corso dalla prima moglie. Così come Barry Levinson, in Good Morning, Vietnam, aveva avuto fiducia delle capacità d’improvvisazione di Williams, sul set de L’attimo fuggente Weir coinvolge Williams invitandolo a mettere molto di sé, tanto che diverse parti funzionano in virtù dell’estro immaginativo dell’attore su cui il regista plasma il dramma. La sequenza in cui Keating legge Shakesperare, ad esempio, è improvvisata da Williams che si destreggia aitante tra l’imitazione di Marlon Brando e quella di John Wayne, al contempo omaggiati e dileggiati da Robin. L’attimo fuggente rientra in quel raro genere di film che assumono un significato generazionale, dimensione a cui Williams e Weir contribuiscono nel monito a riscoprire con entusiasmo la poesia, l’arte e la letteratura, le parole da ‘sentire’ nel loro significato profondo, di cui servirsi per nutrie l’anima”.
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