L’esordio di Clint Eastwood dietro la macchina da presa si intitola Brivido nella notte (Play Misty for Me, 1971) dove le atmosfere indovinate e le buone scelte di regia danno prova della capacità sin da subito sorvegliata di Eastwood di essere al contempo protagonista e regista con piglio convincente di un proprio film. L’uomo senza nome è questa volta un dongiovanni incastrato tra due donne nella penisola californiana di Carmel-Monterey, la stessa dove un giorno Eastwood ricoprirà la carica di sindaco. Dave Garner (Eastwood) è lo speaker notturno di una stazione radio il quale commette l’errore di trascorrere una notte con Evelyn (Jessica Walter), mentre la sua fidanzata Tobie (Donna Mills) si trova fuori città. Evelyn, che non intende essere allontanata, comincia a sviluppare atteggiamenti morbosi nei riguardi di Dave, arriverà a seguirlo e spiarlo, fino a gesti estremi come distruggere l’appartamento dell’uomo e il tentativo di uccisione della sua domestica. Ma l’atto finale sarà tentare di eliminare Tobie, vista dalla donna folle come l’unico vero ostacolo per potersi congiungere con Dave.
Dave è abituato a offrire solo jazz ai suoi ascoltatori ed Evelyn, durante il suo programma, era abituata a chiamare tutte le sere chiedendo di suonare “Misty”, famosa composizione del pianista Errol Garner, e la sua richiesta era già il sintomo di un’ossessione che si manifesterà come la psicosi pronta a invadere di violenza e accanimento la vita di Dave. Il quale è un uomo assolutamente aperto alla vita, privo di diffidenza che a un certo punto affianca il barista Don Siegel e si muove con eleganza in un film che partendo con note di commedia venata da black humour è una libera divagazione che anticipa il thriller erotico a venire, dimostrando la buona capacità registica di Eastwood e qualche indulgenza paesaggististico-sentimentale di quello che diverrà uno degli ultimi romantici sentimentali del cinema americano. Eastwood omaggia con il suo film un tipo di arte e un personaggio che rifiuta di integrarsi, come fu coraggiosamente autentico e libero il percorso del grande pianista Garner, di cui Brivido nella notte lascia percepire l’influenza nel gusto che contempla una visione umana dove un uomo e una donna sono rappresi nell’immagine tra le scogliere, in una musicalità nutrita d’invenzioni e improvvisazione.
Come Garner, Eastwood ha appreso la sua arte cercando la sua strada nel bisogno di infondervi lo sguardo solitario dell’antieroe, e in Brivido della notte si esprime a sprazzi la poesia che ritroveremo a lungo nelle meditazioni di un cinema fatto di frequentazioni con il western, il poliziesco, il thriller, il dramma, in cui all’esplorazione delle vicissitudini dell’eroe hollywoodiano è affiancata la difficoltà di costruire relazioni soddisfacenti con il riverbero della solitudine esistenziale a portare una luce tutta singolare al percorso dell’attore dietro la macchina da presa. Brivido nella notte è un film libero, che si apre sulle scogliere della West Coast e lì indica una predilezione culturale ma anche un luogo familiare, di cui si vogliono decantare le scogliere e le musicalità nonché le qualità di luogo eletto sia per un thriller che per una visione romantica. La musica commenta in apertura le strade panoramiche sul mare che si apre su scogliere e abissi, portatrici di tumulto come il rischio che affiora nell’incontro con l’ascoltatrice che chiede a una radio jazz sempre la stessa canzone per lei. E l’incallito playboy si fa conquistare, ma non è adatto alla possessività della donna, e tantomeno potrà prevedere il suo comportamento schizoide che David farà fatica ad affrontare. Brivido nella notte è un ottimo esordio come regista, con un personaggio differente da quelli che hanno reso Eastwood noto fino a questo momento, incredibilmente anticipatore del futuro Attrazione fatale (Fatal Attraction, 1987) di Adryan Lyne. Con un pizzico di misoginia e l’indubbia influenza de La notte brava del soldato Jonathan, nel film il personaggio dell’amante psicopatica si scaglia non tanto contro un macho granitico e strafottente quanto contro un uomo il quale, come tanti, è pronto a cadere in tentazione. Dopo Brivido nella notte Eastwood continuerà a dirigere e a interpretare film, non solo western o thriller, e con il tempo sarà sempre più evidente il disincanto dei personaggi, la loro disillusione che si intreccia con la radiografia sentita di un’America deprivata di ancoraggi e punti di riferimento.
Una visione morale che partendo dalla spettacolarità dell’azione legge i generi classici in una prospettiva moderna ed esistenziale, con il tema della morte a disegnare un filo conduttore assieme all’ossessiva presenza della centralità dell’individuo nella scena di derive e pochi approdi della contemporaneità.
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