Questa settimana vi proponiamo una thriller originale e coinvolgente direttamente da Tokyo, Butter di Asako Yuzuki, ispirato alla storia vera della truffatrice e serial killer giapponese Kanae Kijima.
Ci sono due cose che io non riesco assolutamente a sopportare: le femministe e la margarina
Rika è una giornalista in una rivista maschile. È l’unica donna nel suo posto di lavoro e spesso viene trattata come una segretaria, quando non peggio. Per cercare di farsi strada lavora giorno e notte e tutto ciò che riesce a cucinare quando la sera torna tardi a casa è un ramen preconfezionato. Da tempo però un pensiero la assilla: vuole intervistare Manako Kajii, la cuoca gourmet accusata di aver assassinato gli uomini d’affari con i quali si intratteneva, dopo aver cucinato per loro. Ma la donna non rilascia interviste e non intende ricevere visitatori nel carcere di Tokyo dove è detenuta. Rika decide di provare un’altra strada e le scrive una lettera per conoscere la ricetta dello stufato di manzo, pezzo forte della cucina di Manako. La detenuta a quel punto accetta di incontrarla. Quando, però, le visite in carcere alla serial killer si intensificano, cresce anche la curiosità gastronomica di Rika. Durante i loro incontri, che si avvicinano più a una masterclass di cucina che a un’indagine giornalistica, sembra infatti che sia proprio la giovane reporter a cambiare. A ogni pasto che prepara e consuma, qualcosa si risveglia nel suo corpo e scopre nel cibo un piacere liberatorio: forse lei e Manako hanno in comune più di quanto pensasse.
Questo romanzo, delicato ma intenso, come il burro di cui ne esalta tutte le sfumature, è una lettura da non perdere perché affronta tematiche importanti in un modo del tutto originale.
La vera storia della truffatrice Kanae Kijima è solo lo sfondo di quella che è, a tutti gli effetti, una profonda critica sociale alla cultura giapponese, ancora troppo stereotipata e standardizzata. Asako Yuzuki decide di raccontare questo fatto di cronaca partendo dall’esaltazione del buon cibo e l’emancipazione femminile attraverso una protagonista che pian piano inizia a prendere coscienza di sé grazie a degli esperimenti che la portano fuori dalla sua comfort zone e la sua routine, spingendola a mettersi in gioco e sperimentare cose mai fatte prima.
Rika è una giornalista che lavora per una rivista maschile e che è decisa ad emergere e lasciare il segno in un mondo del lavoro totalmente maschilista dove non è semplice farsi rispettare.
Manako, in carcere perché accusata di aver ucciso tre uomini che ha frequentato, ha solo il desiderio di essere compresa da donne che la discriminano e cerca di far passare il messaggio che nell’essere emancipate e stare bene con se stesse anche senza un uomo affianco non c’è nulla di male.
Le vite di Rika e Manako si incontrano e si fondono quando quest’ultima, conquistata dal fatto che Rika sia la prima giornalista che non le chiede di parlare del caso ma le chiede di inviarle una sua ricetta, decide alla fine di concedere un’intervista esclusiva per la prima volta, raccontandosi come mai fatto prima e portando però la giornalista a fare ciò che lei desidera. Rika si ritrova così a guardarsi dentro e a sperimentare cose nuove come cucinare, spingersi al limite psico-fisico, e maturare come donna single che prima era sempre vissuta solo per il lavoro e per un uomo che non la amava. Riscoprire ed apprezzare la cucina come un’arte, la porta ad affrontare un vero e proprio percorso di crescita personale in contrapposizione ai rigidi canoni imposti dalla società giapponese, dove chi non è bello, magro e curato viene letteralmente emarginato dalla società.
Un terzo personaggio importante e insolito è il burro, che è predominante e presente in ogni capitolo, attraverso il quale Manako porta Rika a riscoprire i piaceri del gustare ciò che si sta mangiando e quindi non mangiare semplicemente per sopravvivere ma apprezzarne l’esaltazione del sapore attraverso piccoli ma importanti accorgimenti culinari.
Attraverso Manako, si vuole mostrare come il cibo non sia solo qualcosa da assaggiare, ma sia anche una potente arma per ottenere controllo e piacere. Ogni ricetta di Manako che Rika sperimenta è un intenso momento di introspezione attraverso il quale impara a concedersi il piacere di mangiare senza avere sensi di colpa, smettendo di vivere solo in base a ciò che gli altri si aspettano da lei.
Tutti i personaggi che incrociano le vite delle due protagoniste subiscono costantemente il peso di ciò che pensano gli altri, senza distinzione di sesso o età. Tutti hanno una vita estremamente condizionata dal giudizio di amici e parenti, che è quello che fa più male visto che sono proprio le persone da cui invece ci si aspetta più sostegno e comprensione.
La società giapponese è estremamente stereotipata e vive in base a rigidi schemi da seguire, non è ammesso uscire dalle righe se si vuole essere accettati senza pregiudizi e questo romanzo è proprio una profonda critica a questo stile di vita, per questo ne consigliamo vivamente la lettura. Butter è un inno all’emancipazione personale, che può essere di incoraggiamento alle anime più fragili e segnate dai giudizi altrui.
Autore: Asako Yuzuki
Genere: Narrativa straniera
Anno: 2024
Pagine: 528
Casa Editrice: HarperCollins
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