Benvenuti su Pandora
Chi non conosce Titanic? Il film più costoso mai prodotto (almeno fino ad ora). E sembra proprio che il suo regista, il caro vecchio James Cameron, ami questo genere di record, e con Avatar ha raggiunto il “titanico” budget di oltre 230 milioni di dollari.
Tutto per condurre lo spettatore nel favoloso mondo di Pandora, un vero e proprio paradiso, un gigantesco giardino dell’Eden che sta per essere distrutto dalla furia degli uomini, in cerca di risorse da sfruttare per la Terra, sull’orlo del collasso.
In questo contesto si inserisce il nostro protagonista Jake Sully, ex-marine invalido. Il suo compito sarà interfacciarsi con un avatar, un corpo biomeccanico che riproduce le fattezze dei Na’vi, gli abitanti di Pandora. In questo modo potrà confrontarsi con gli alieni e avviare delle trattative per dare accesso agli umani di ottenere i loro territori.
Come prevedibile, il buon marine comprenderà come l’avidità degli uomini non possa essere fermata, e si alleerà con i Na’vi per salvare Pandora.
Grande capolavoro, o grande dejà vu?
Il fenomeno mediatico che si è scatenato intorno ad Avatar è stato palpabile, complice la sponsorizzazione martellante della tecnologia 3D di nuova generazione e degli effetti speciali all’avanguardia.
Ed effettivamente il mondo di Pandora è un tripudio di luci e ambientazioni magnifiche, un vero spettacolo per gli occhi. Cascate, boschi verdeggianti ed ambienti quasi ieratici sono presenti ovunque, e il contrasto con le strutture edificate dagli umani le fanno risaltare anche con maggior forza.
Non mancano ovviamente le scene d’azione: i momenti epici si sprecano e le ultime fasi del film rappresentano una vera e propria battaglia campale.
Eppure Avatar non si limita a far vedere lotte e scontri: il protagonista vive le esperienze e la cultura Na’vi in prima persona, e il suo diviene un percorso di crescita, che gli fa comprendere cosa sia davvero importante per lui.
Ma nonostante gli eventi si presenti in questo modo, proprio la mutazione di Jake non convince, divenendo quasi una componente di contorno.
Ciò che però più di ogni altra cosa fa notare con chiarezza quanto Avatar non sia quel capolavoro assoluto da tanti agognato è la trama: sostanzialmente abbiamo a che fare con un intreccio già visto e rivisto, che non innova nulla alla formula, anzi, nemmeno ci prova. Persino alcuni colpi di scena risultano estremamente prevedibili, rendendo di fatto il plot di Avatar godibile, divertente, ma poco altro.
La nuova opera di Cameron eccita e mantiene viva l’attenzione dello spettatore per tutta la considerevole durata della pellicola, ma i grandi effetti speciali non possono trasformare un buon film in un capolavoro.
Certo i passi avanti dal punto di vista tecnologico settano nuovi standard nel panorama cinematografico, ma siamo distanti anni luce dal caro vecchio Titanic.
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