Prendete un neurobiologo, un chimico, un economista, due latinisti, un antropologo e un archeologo. Scegliete un “dove” e un “quando”, liberateli nella ricerca comica ma stremante di un lavoro e fate in modo che quel dove e quando corrispondano all’Italia durante la crisi nera per laureati e ricercatori. Se poi consegnate tutto nelle mani dell’esordiente (in fatto di lungometraggi) Sydney Sibilia avrete Smetto quando voglio. Storia di sette cervelloni spenti in una vita disoccupata e precaria. Commedia tutta italiana che varrebbe la pena premiare anche solo per ritmo e umorismo.
Il primo a entrare in scena è Edoardo Leo, biologo molecolare con lode “a carico” che si sbatte dietro nepotismo accademico e ripetizioni gratis pur di dare un senso al suo dottorato. Accanto a lui altri geni costretti a occupazioni momentanee, poco remunerative e distanti anni luce dai propri studi. Insoddisfatti che si accontentano, disillusi che avanzano e anni che passano. Smetto quando voglio corre nel panorama sociale che conosciamo bene e che gli studenti più di tutti stanno vivendo sulla propria pelle. Lungi però dal trasformare la disoccupazione in terreno fertile per manfrine tragico-idealistiche Sibilia dirige senza arrancare dentro lo stato delle cose. Mai retorico, mai perbenista, né cinico per una fetta di pubblico o addolcito per l’altra metà. La sua narrazione verte su una scommessa pura e semplice: quanto regge un talento prima di dimenticarsi delle buone maniere?
A Pietro Zinni, capostipite della rivalsa, la doccia fredda arriva dopo essere stato buttato fuori dalla ricerca universitaria. Grazie a un cocktail da cento euro scopre il mondo delle smart drugs e un cavillo legale gli mette in testa la possibilità di creare sostanze psicotrope senza essere perseguito. Per topi di laboratorio come Alberto Petrelli (pizzaiolo laureato in chimica computazionale) produrre una pillola “stupefacente” è un gioco da ragazzi. Letta la legge trovata la banda, si comincia a spacciare con l’esplicito intento di rifarsi una vita e saggiare (almeno fino a saldare i debiti) una prospettiva con compenso.
Nella dimensione fluorescente (colori accesi per un ritmo energico), pungente, reale e surreale di Sibilia avere una laurea ed essere un bravo ragazzo è un problema. Parole forbite durante i colloqui di lavoro ti consegnano al “non assumo laureati”, studi archeologici fanno scavare le tubature in città, quelli economici contano le carte da gioco, per concludere con le discussioni in latino tra due benzinai e una fidanzata che si appassiona al sogno di una lavastoviglie.
L’ingegno di Sibilia è saper giocare coi limiti della realtà senza trascurarla: dietro la superficie comica collega il sottotesto più aspro e vero, di fianco al bizzarro piazza il contenuto (vedesi la tenera esclamazione di Petrelli quando rientra in laboratorio). Con un cast affiatato e vivace, Smetto quando voglio va ad inserirsi tra quelle pellicole capaci al tempo stesso di segnalare il disastro e di sdrammatizzarlo, anche quando tutto si potrebbe fare tranne ridere.
Pur avendo davanti agli occhi il crudele rapporto tra i “tagli sul futuro” e l’amorale di chi ne è vittima si riesce così a condividere (almeno per cento minuti) un piacevole effetto balsamico.
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Scheda film
Titolo: Smetto quando voglio
Regia: Sidney Sibilia
Sceneggiatura: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia
Cast: Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Neri Marcorè
Genere: commedia
Durata: 100’
Produzione: Fandango e Ascent Film con Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Nazione: Italia
Uscita: 06/02/2014.
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