“New York, 1922. Il ritmo della città era cambiato radicalmente. I palazzi erano più alti, le feste più sfarzose, la morale più libera e i liquori più scadenti. L’irrequietezza rasentava… l’isteria!”
È qui che Nick Carraway incontra Gatsby, un uomo enigmatico da cui resta affascinato. Un uomo che ha saputo creare dal nulla un impero e che ha uno scopo preciso. Un solo ed unico sogno perché la sua vita abbia un senso e un valore.
Baz Luhrmann (che è lo stesso che ha diretto Moulin Rouge), è uno che fa del cinema una rappresentazione artistica nutrita di immagini e colori a perdita d’occhio, nella quale la musica prima ancora delle parole predomina la scena e dove gli attori si fondono in un eccesso di commedia e tragedia. Luhrmann si muove nel panorama delle illusioni sofisticate degli anni ’20, in una New York attraversata da una bellezza oltraggiosa e da un destino decadente, presentando lo “splendido miraggio” del romanzo di Francis Scott Fitzgerald (da cui il film è tratto), con la rilettura moderna che lo contraddistingue. Non stupiamoci dunque se il suo Gatsby ha dei toni hip hop riempiti di jazz, se è girato in 3D e se del romanzo rimangono solo i punti chiave necessari alla storia. Potrà non piacere, ma questo film è un sogno drammatico e visivo, un’altalena di glamour e ipocrisia senza rifugio, in cui un uomo lotta una vita intera per conquistare il suo amore e ne resta fagocitato.
La trama ha inizio quando Nick Carraway (Tobey Maguire), giovane borsista, rimanda la sua carriera di scrittore, irretito dalle promesse di una città abbagliata dal trionfo dell’economia, dello sfarzo e del proibizionismo. La frenesia e il divertimento prendono vita nelle gigantesche feste organizzate da Gatsby, ricco e misterioso possedente, determinato a riamare la finta innocenza di Daisy (Carey Mulligan). È ad una di queste feste che Nick incontra Gatsby (Leonardo DiCaprio), restandone ammaliato come mai più gli ricapiterà nella vita. Luhrmann presenta una narrazione scintillante, ma a tratti lenta, punta a coinvolgere lo spettatore costruendo un palcoscenico quasi carnevalesco e disneyano, pare talvolta che voglia riassumere l’apice e la depressione di un’epoca storica con la semplice rappresentazione di alcuni sotterfugi di lusso o l’accecante (e accecata) fantasia di un innamorato. Il fatto è che dietro tutto il suo strabordante spettacolo c’è un cast rassicurante. A cominciare da Tobey Maguire, voce narrante e guida morale del film, un onesto pesce fuor d’acqua che rimarrà psicologicamente distrutto dal disgusto di tutti. Un po’ deludente Carey Mulligan (Daisy), una faccia azzeccata con una recitazione poco coinvolta nel ruolo, ma che nei momenti buoni sa incarnare perfettamente il vuoto della sua “specie”.
L’anima del film resta però nelle mani di Leonardo DiCaprio e nella sua ottima complessità tragica. Gatsby (il suo), sa essere malinconico, impacciato, corrotto, oscuro e orgoglioso, sa rivelare una debolezza disperata e stremata, sa essere assetato di potere e ricchezze, per poi mostrare chiaramente che sono per lui soltanto un mezzo. È così che il suo sogno diventa quasi un fallimento di tutti e non è difficile perciò salvarlo ai nostri occhi e salvare quindi il film, specie quando lo si guarda esaurirsi completamente in una speranza infinita, ingenua e pressante. L’unico modo per non perdere di vista il romanzo tra tutto lo sfoggio di soldi, vestiti e amanti è dunque guardare il lavoro di Luhrmann come una rappresentazione moderna di un degrado senza tempo. Non dimenticandoci mai che è la sua immaginazione a raccontarlo, prima ancora di quella di Fitzgerald.
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Scheda film
Titolo: Il grande Gatsby (The Great Gatsby)
Regia: Baz Luhrmann
Cast: Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Jason Clarke,Elizabeth Debizcki, Amitabh Bachchan, Gemma Ward, Elizabeth Debicki,
Genere: drammatico
Durata: 120‘
Produzione: Bazmark/Red Wagon Entertaintment
Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia
Nazione: Australia, USA
Uscita: 16/05/2013.
Annamaria Scali.
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