L’aspettavano tutti ragazzi e adulti di tutte le età, accalcati intorno al blue carpet per strapparle un selfie, o anche solo vederla, lei, la bellissia Vittoria Puccini. E quando è arrivata ha strappato grida di benevenuto e esclamazioni di sorpresa per la sua bellezza senza tempo, adatta a qualsiasi ambientazione cinematografica, dai film in costume (Elisa di Rivaombrosa era ancora presente nel ricordo di molti fan) alle storie contemporanee.
L’incontro con Valeria Puccini, dedicato soprattutto al mestiere di attrice e al valore del racconto audiovisivo, ha ripercorso le tappe saliente della sua carriera. “Il cinema è cultura – ha sottolineato -, serve a far riflettere ed è importantissimo che a farlo siano i più giovani”.
Volto amato del piccolo e grande schermo e del teatro, la Puccini haesordito al cinema con il ruolo di Gaia nel film, diretto da Sergio Rubini, Tutto l’amore che c’è. Da allore la sua carriera è volata in crescendo, diretta dai nostri migliori registi tra cui Muccino, Genovese, i fratelli Taviani, Özpetek. Per lei l’approccio all’arte, racconta, è stato casuale: “In quegli anni lavoravo presso un’agenzia di moda e avevo intrapreso gli studi universitari. Ciò nonostante, superata una lunghissima selezione per il ruolo nel lungometraggio di Rubini nel 2000, ebbi la parte e alla fine del primo giorno di set avvertì una sensazione che ancora oggi ricordo nitidamente: mi sentivo appagata, piena di adrenalina, totalmente a mio agio. A partire da quel preciso momento ho capito che avrei voluto fare l’attrice e vivere del mio talento”.
Al festival l’attrice ha ricevuto un riconoscimento e ha annunciato che in autunno sarà nella miniserie Mediaset Il Processo di Stefano Lodovichi, nel ruolo del pubblico ministero Elena Guerra, impegnata nelle indagini sull’omicidio di una 17enne.
A fine agosto, invece, inizieranno le riprese del nuovo film di Francesco Amato, 18 Regali, a fianco di Edoardo Leo e la giovanissima Benedetta Porcaroli.
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