All’interno della sala 4 del Cinema Adriano a Roma, dopo aver assistito alla proiezione del lungometraggio di Umberto Carteni Quasi orfano, si è tenuta la conferenza stampa alla quale erano presenti, oltre al regista, anche Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Antonio Gerardi, Nunzia Schiano, Chiara di Benedetto e Manuela Zero.
InsidetheShow vuole condividere con voi le parole dei protagonisti della pellicola.

foto: Francesca Masello
Riccardo, le tue origini pugilesi hanno mai rappresentato un problema per il tuo lavoro?
(Riccardo Scamarcio): inizialmente lo è stata perché facendo l’attore mi sono trasferito a Roma e avvicinandomi al lavoro dell’attore,vla prima cosa che ti dicono è la dizione, quindi diciamo che questo è stato una prima spersonalizzazione di me stesso, a 18 anni. Pero’ da subito, anche se dovevo farlo se volevo fare questo mestiere, sentivo che c’era qualcosa in me molto forte nel non abbandonare le mie origini. Anche se questo processo era in atto, ovvero parlare senza nessuna cadenza, in italiano, al tempo stesso sentivo che anzi proprio facendo l’attore dovevo conservare la mia autenticità, le mie origini, un motore energetico identitario che mi serviva per fare il mestiere di attore. I grandi Maestri intellettuali italiani mi hanno dato la chiave di lettura che mi hanno legittimato ad avere una sorta di orgoglio delle mie radici: mi riferisco a Carmelo Bene, Pasolini, che appunto in maniera molto molto sofisticata ci hanno regalato questa lettura dell’identità: un essere umano che viene prima delle maschere.
(Umberto Carteni): infatti il punto forte di questo film sono le diversità ed è questa la ricchezza anche dell’Italia stessa. Prendiamola geograficamente, il nord sta attaccato al centro dell’Europa, il sud al nord Africa e questa ricchezza culturale, linguistica e paesaggistica è qualcosa che arricchisce la nostra cultura, per cui non è un aspetto negativo come non è stato negativo fare questo remake da una commedia francese su una cosa che ci riguarda molto da vicino. Ci siamo divertiti molto facendo questo film, grazie a Rai Cinema a 01 e quindi auguriamoci che questo sia il film che fa tornare la gente al cinema, perché la situazione della sala è un po’ complicata, però speriamo di dare una mano in questo.
Vittoria, Riccardo: che uomo o che donna interpretate? Quali sono le caratteristiche che vi hanno convinti di più?
(Vittoria Puccini): Buongiorno a tutti. Quello che mi divertiva del film in assoluto e della sceneggiatura era proprio questa ironia che veniva fatta esasperando questi aspetti, queste realtà diverse del nord e del sud. Pero’ poi attinge ad una qualche verità, anche se per convenzioni di commedia venivano estremizzati, perché comunque ridere di se stessi è molto importante, a prescindere dal lavoro che si fa o dalla realtà sociale in cui si vive, prendersi in giro fa bene e mi piaceva quindi questo colore del film.
Del mio personaggio, Costanza, mi piaceva molto l’evoluzione, perché viene completamente ribaltata, per cui parte come borghese, concentrata sul lavoro, la realizzazione professionale, segue un successo che l’ha fatta un po’ allontanare dalla sua identità e anche da una realtà di rapporto di coppia con Valentino; non si parlano più, non si conoscono più, non sanno più chi sono e non gli interessa nemmeno saperlo, quindi la coppia si è spenta. Invece grazie alla famiglia pugliese, caotica, rumorosa, portatrice di energia molto autentica, ritroverà la voglia di amare e di essere amata per quello che è, non per quello che rappresenta e riscoprirà quelli che sono i sentimenti più autentici.
(Riccardo Scamarcio): io ho pensato che potesse essere un film nazional popolare, intanto perché tocca dei punti fondamentali, cioè di come siamo disposti a cambiare per raggiungere il successo. Sono davvero dei temi molto attuali, vediamo la società come evolve e chiaramente tutto in chiave leggera soprattutto questo tema centrale, cioè la rivalutazione delle proprie origini, radici. Il film lo fa mettendo un luce dei paradossi che l’Italia socialmente ha prodotto, dei quali non si parla, anzi si tende a pensare al contrario. Per esempio le donne al sud in questo film sono quasi più emancipate di quanto non lo siano al nord e questo è un paradosso; normalmente si tende a pensare che le donne al sud siano più chiuse, arretrate come si dice e invece io ho sempre detto che non è vero per niente! Al sud la società è matriarcale, quindi le donne comandano, non perdendo la loro femminilità, questo è un valore importante. Anche rispetto all’architettura in cui queste comunità vivono: cioè che rapporto c’è tra i palazzi? E qui Pasolini ci viene in aiuto lo ha proprio spiegato bene questo concetto; nelle città i palazzi tendono a schiacciare l’uomo, invece al sud ci sono queste cittadine dove gli uomini sono al centro, non le città.
(Inside The Show): Com’è stato passare da un ruolo di due personaggi che prima avevano una recitazione come lo richiedeva il personaggio, ovvero asettica, glaciale, ad un ruolo più carnale, caloroso, familiare, come quello appunto della famiglia pugliese?
(Vittoria Puccini): per Costanza, quando arriva la famiglia pugliese di Valentino è stato uno choc vero e proprio, per lei sono degli alieni è un mondo con il quale non vuole avere a che fare, non è curiosa del diverso o che pensa essere diverso da lei, per cui si chiude proprio a riccio, si veste tutta di nero, molto minimal, l’abbigliamento anche racconta molto del suo carattere: è come se si fosse chiusa in se stessa concentrata sulla realizzazione professionale e avesse completamente perso la capacità di guardarsi intorno e farsi contaminare da ciò che la circonda, per l’appunto la famiglia pugliese. In realtà poi quello che è interessante è che questi due mondi apparentemente così lontani invece riescono a parlarsi, un modo di insegnarsi qualcosa l’uno con l’altro. Lei impara tantissimo dalla madre soprattutto di Valentino che è di un’energia, di una vitalità da mangiarsi la vita a morsi e anche di come ascoltarsi in coppia, perché nella coppia bisogna ascoltarsi, non rimanere concentrati su se stessi, perché altrimenti non si va avanti. Dimostrerà poi un’apertura mentale tale da sconvolgere il suo modo di vivere, più colorato insomma.
(Riccardo Scamarcio): per me è stata una liberazione! Ho avuto anche un po’ di timore nella fase del passaggio, quando il vero Valentino riabita il suo corpo prendendo il posto di quell’altro milanese, maglioncino alla Steve Jobs dei poveri, mi sono lanciato! I pugliesi hanno una caratteristica molto peculiare e Checco Zalone in questo è stato molto bravo: per un pugliese, devi sapere che non esiste nient’altro che la Puglia, quindi nel momento in cui vanno da qualche altra parte, pensano:questi sono alieni! I pugliesi non si preoccupano di dissimulare, sono veri!
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