Dopo l’incredibile racconto dell’apartheid aliena in District 9 , Neill Blomkamp (District 9, Alive in Joburg, Crossing the line) torna dietro la macchina da presa per raccontare con la sua personale visione fantascientifica la storia di un mondo diviso non più solo idealmente dalle diverse classi sociali, ma dandogli un forte distacco che le separi nettamente migliaia di chilometri una dall’altra.
Dopo un’ usurpazione senza precedenti delle risorse naturali, la terra intera diventa una nefanda pattumiera satura di agenti inquinanti letali e con un eco sistema completamente instabile che ha vaporizzato qualsiasi risorsa, lasciandosi alle spalle un habitat arido e sterile in cui la classe meno abietta è costretta a sopravvivere. In contrapposizione, nella meravigliosa ed isolata stazione spaziale Elysium, la classe agiata vive in un complesso residenziale senza precedenti, dal lusso sfrenato in cui i proprietari godono di un sistema medico avanzato ed esclusivo che permette loro una longeva e prospera vita all’oscuro di qualsiasi malattia mortale e/o segno di decadimento fisico.
Il regista coglie l’intuizione e la filosofia contestuale di ciò che si vive quotidianamente su questo pianeta parafrasandolo cinematograficamente e rendendo visibile l’infinito distacco tra le due classi usando la metafora dei poli opposti avvalendosi per la risoluzione improbabile del caso dell’eroe interpretato in questa pellicola da Matt Damon (Will Hunting, The Bourne Identity Dogma).
E partendo proprio dalla gestione narrativa del protagonista che iniziano a stonare le prime note di una composizione sinfonica che sembrava, almeno su carta, già essere pronta per un nuovo riconoscimento a lode e gloria del visionario e giovane direttore.
Matt Damon gode di quella che si può definire “sindrome del cappello di Eastwood” . La sua capacità espressiva è passata dai capelli a rasato a zero. Funzionalmente inadeguato ad un ruolo cosi importante come quello del salvatore di due mondi cosi diversi, con un gioco dell’ espressione emotiva al limite della sufficienza in cui lo spettatore non sente il richiamo o un avvicinamento empatico a cui rapportarsi.
Ma oltre alle doti poco consone dell’attore a questo ruolo, un prolasso della sceneggiatura e dei cliché portano la narrazione ad un picco gravitazionale dell’attenzione verso il basso più profondo già verso la metà della pellicola.
Una storia che mostra subito le sue carte migliori senza lasciare spazio ai desideri e alle speranze di un’ alternativa narrativa che porti ad uno sviluppo inaspettato della storia.
Più di un centinaio di buone intuizioni bruciate da un ritmo senza respiro, con una sequela di scelte poco credibili nonostante il contesto fantascientifico.
Partendo dal motivo catalizzatore della trama, la sopravvivenza del nostro eroe a delle radiazioni letali che lo vedono spacciato a causa di un deterioramento accelerato degli organi ed un’aspettativa di vita molto bassa che lo porterà ad intraprendere questo viaggio se non prima di sottoporsi ad un ulteriore operazione chirurgica per elevare le sue prestazioni fisiche là dove già di per se un essere umano, seppur fuori dal comune, sarebbe deceduto alla sola vista di un ago.
Qui invece, nonostante le radiazioni, le operazioni chirurgiche fatte da uomini di un’affidabilità medica pari allo zero e le continue ed impressionanti emorragie che fioccano a cielo aperto scontro dopo scontro, il nostro protagonista sembra aver involontariamente tolto parte dello story life direttamente al personaggio di Wolverine e ci si chiede se di fatto resti una necessità arrivare ad intraprendere questa matassa di eventi per giungere fino ad Elysium.
Altra nota fuori spartito sono i combattimenti. In uno sci-fi incentrato sull’azione blood and bones, i colpi sono cosi d’impatto che non si riesce a capacitarsi nè della partenza nè della direzione. Partono, si confondono e stranamente arrivano.
Nota a favore pieno va a Sharlto Copley (District 9, A-Team) che già nel precedente film venne apprezzato per la caratterizzazione di un personaggio insulso e manipolato che alla fine di un percorso ben gestito si elevava nell’evoluzione di un eroe totalmente inaspettato e che qui, nonostante il cambio di registro completamente opposto, dimostra di nuovo una capacità interpretativa senza pari e al di sopra della sua nemesi Matt Damon. Un velo di pietà va steso al personaggio di Jodie Foster (Taxi driver, Il silenzio degli innocenti) che risulta essere sterile già su carta non dando mai quella spinta emotiva funzionale al personaggio.
Un prodotto dall’idea decisamente ambiziosa che sfrutta a pieno regime il percorso visivo, ma non quello narrativo rimanendo nel panorama cinematografico come l’ennesima storia ad alto budget…. senza storia.
Adrenalinico, ripetitivo, improbabile.
Una vicenda che cerca il suo equilibrio tenendo un piede sullo spazio e l’altro sulla terra.
Scheda film
Titolo: Elysium
Regia: Neill Blomkamp
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, William Fichtner, Alice Braga, Sharlto Copley, Michael Shanks, Diego Luna, Talisa Soto, Carly Pope, Jose Pablo Cantillo
Genere: Fantascienza
Durata: 120′
Produzione: Media Rights Capital, QED International, Sony Pictures Entertainment
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia
Nazione: USA
Uscita: 29/08/2013
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