Gremlins
Regia: Joe Dante; horror/commedia, USA 1984
Interpreti: Zach Galligan, Phoebe Cates, Hoyt Axton, Frances Lee McCain, Corey Feldman, Keye Luke
Il sig. Peltzer, padre di famiglia, nonchè inventore molto poco abile, durante un viaggio di lavoro trova uno strano animaletto in un negozio di cianfrusaglie e decide che sarà un perfetto regalo di Natale per il figlio adolescente.
L’anziano proprietario cinese del negozio non vuole assolutamente venderglielo, ma il nipote invece glielo consegna a sua insaputa, avvisandolo della necessità di seguire delle piccole regole:
“Lo tenga lontano dalla luce, lui odia la luce forte, specialmente quella del sole. Morirebbe. E lo tenga lontano dall’acqua, non lo faccia bagnare. Ma la cosa più importante, la regola che non dovrà mai dimenticare è che anche se lui piange, anche se fa scena e la supplica lei non dovrà mai, mai dargli da mangiare dopo la mezzanotte. Ha capito?”
L’uomo crede di aver capito, ma naturalmente il rispetto delle regole che esige la Natura non fa per l’umano, soprattutto se Occidentale, da sempre portato all’errore e alla megalomania. Per questo, nelle goffe mani dell’uomo, quel che è buono, quel che è bene, è destinato a trasformarsi un una materia pericolosa e a ritorcersi contro il suo manipolatore.
Il messaggio del film del rivoluzionario mago del brivido Joe Dante è decisamente ecologista, ma come vedremo, offre diverse chiavi di lettura e si rivela, oltre che un successo di botteghino epocale, un film innovatore e controcorrente rispetto alla produzione dei primi anni 80. La pellicola, sotto la supervisione di Steven Spielberg come produttore esecutivo e sceneggiata da Chris Columbus, si discosta dai precedenti film di buoni sentimenti ai quale si è soliti associare i registi e risulta, attraverso la giustapposizione di horror e black humor, un film politicamente scorretto. Permangonole tipiche tematiche degli anni 80: la vita sociale che ruota attorno alla piazza della cittadina, la contrapposizione tra il buono e il cattivo e la brava e bella ragazza della porta accanto. Qualcosa però è già cambiato, e l’innocente fanciulla nutre una insolita avversione per il Natale, dovuto a un trauma macabro della sua infanzia.
I Gremlins si prendono gioco del buonismo di pellicole come E.T. l’extraterrestre e Incontri ravvicinati del terzo tipo, fondendo horror, fantasy e comicità nel classico stile di Joe Dante, che rifugge la classificazione all’interno di un solo genere.
Nel 1943 Roald Dahl scrisse una sceneggiatura a partire da un suo stesso libro (I Gremlins, appunto), destinata a un progetto con la Disney, che però non vide mai la luce. Chris Columbus, sceneggiatore di Dante, trasse l’ispirazione proprio da questa per scrivere il soggetto di Gremlins. Non è certo un caso che le diaboliche creaturine, comodamente sedute nella sala cinematografica, sbeffeggino Biancaneve e di sette nani della Disney, ridendosela di gusto e lanciando poc corn sullo schermo.
I gremlins smascherano le ipocrisie della società e ribaltano tutti i capisaldi delle pellicole in uscita in quegli stessi anni: se la figura fantastica era per antonomasia una figura “buona”, e più era bruttina e bizzarra e più doveva essere accettata ed amata nella sue diversità, qui invece non è proprio così, e anzi deve essere eliminata, nel modo più splatter possibile.
Le maldestre invenzioni dell’inventore Peltzer e gli errori dovuti a superficialità e poco rispetto, che provocano la nascita dei mostri, mostrano lo scetticismo degli autori nei confronti di un atteggiamento ottimista e fiducioso verso futuro e innovazione – in linea con la politica reaganiana – dissociandosi completamente dall’omologazione che in quegli anni si stava attuando nella fantascienza cinematografica. Pochi film si prendono gioco della sacralità delle feste comandate, dei buoni sentimenti e di una visione positiva della (fanta)scienza e dell’innovazione come Gremlins, ad eccezione forse di Gremlins 2 – La nuona stirpe, ma questa è un’altra storia.
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