Questa settimana vi proponiamo una lettura breve ma intensa, non semplice ma stimolante e che non si discosta molto dalla realtà che stiamo vivendo: La vegetariana di Han Kang.
Yeong-hye una sera fa un brutto sogno a seguito del quale, dal giorno successivo, decide di non mangiare più carne.
La lettura può risultare complicata perché frammentata da diversi punti di vista, la prima parte ci viene narrata dal marito, la seconda da Yeong-hye stessa e la terza dalla sorella. Attraverso loro osserveremo il processo autodistruttivo di questa donna che inizia con il diventare vegetariana per poi finire a non volersi nutrire più.
Nessuno può aiutarmi. Nessuno può salvarmi. Nessuno può farmi respirare.
Il marito ci mostra Yeong-hye con il classico punto di vista Coreano in cui conta solo l’apparenza. Bisogna apparire perfetti e felici agli occhi degli altri e non sono ammesse “stranezze” o “frivolezze”. La scelta che la moglie compie mette il marito in difficoltà con la sua famiglia, che cercherà prima di nutrire lei forzatamente e con violenza e poi colpevolizzerà lui che non sembra in grado di tenere a bada la moglie e farla comportare bene. Il problema poi si porrà anche con le amicizie e i colleghi di lavoro di lui che cominceranno ad emarginarli perché certe stravaganze non sono accettabili. In questa prima parte osserviamo Yeong-hye in modo totalmente passivo, che subisce senza ribellarsi il correre degli eventi.
Non c’è niente di male nello starsene zitti, in fin dei conti, non è questo che ci si aspetta tradizionalmente dalle donne, che siano modeste e riservate?
Andando avanti con il racconto Yeong-hye pian piano manifesta la sua volontà che va ben oltre quella di smettere di mangiare carne, vuole compiere una metamorfosi e smettere totalmente di nutrirsi per diventare un vegetale, ed è attraverso gli occhi della sorella che la assiste quando è in condizioni critiche, che le viene restituita la sua dignità di donna.
Le piante sono gli unici esseri viventi che possono sopravvivere senza fare del male a nessuno.
La vegetariana è un libro breve ma ricco di spunti di riflessione, complicato ma appassionante, stona solo il finale che resta troppo sbrigativo e poco in linea con il resto della narrazione.
Han Kang ha una scrittura evocativa e potente, a tratti violenta ma che arriva dritta al cuore del lettore. Sicuramente non è per tutti, ma i suoi romanzi sono ottimi per approcciarsi alla letteratura e cultura Coreana che si discosta ancora molto dal modo di vivere occidentale.
Non era né triste né assente, come ci si sarebbe potuti aspettare da una malata. Ma non era nemmeno allegra o spensierata. Era il tono calmo di una persona che non appartiene a nessun luogo, di qualcuno che è entrato in una zona di frontiera tra diversi stati dell’essere.
Autore: Han Kang
Genere: Narrativa contemporanea
Anno: 2019
Pagine: 177
Casa Editrice: Adelphi
Lascia un commento