Presente al Giffoni Film Festival in qualità di regista di “Lo chiamavano Jeeg Robot” (proiezione Evento Speciale), Gabriele Mainetti è arrivato alla fine della quarta giornata della manifestazione campana letteralmente esausto. Prima l’assalto dei bambini e dei ragazzi della masterclass, poi il lungo incontro con la stampa accreditata.
Farà piacere a Mainetti essere paragonato al padre elettivo del Festival, François Truffaut, perché come lui si è avvicinato al mondo del cinema con una formazione da critico. Salvo poi alternarsi in diversi ruoli, da attore a regista, da autore di colonne sonore a direttore della fotografia. Sul grande schermo lo abbiamo visto in “Il cielo in una stanza” (1999, regia di Carlo Vanzina) e “Un altro anno e poi cresco” (2001, regia di Federico Di Cicilia). Molte le serie televisive: “Stiamo bene insieme”, “La Omicidi”, “Tutti per Bruno”, la serie “Crimini”. E’ però alla regia, il suo vero amore, la musa a cui deve prestigiosi riconoscimenti: Nastro d’argento 2013 per il cortometraggio “Tiger Boy”. Il lungometraggio “Lo chiamavano Jeeg Robot” è stato presentato alla Festa del Cinema 2015 di Roma e ha ottenuto 16 nomination ai David di Donatello 2016.
Ecco la videointervista per Myreviews
Lascia un commento