Alessandro Borghi, nella rosa degli attori più talentuosi del cinema italiano, non smentisce il suo impegno civile e, dopo aver ignorato con eleganza le critiche a lui mosse da alcuni insofferenti al suo sostegno alla causa di Stefano Cucchi (il film di Alessio Cremonini Sulla Mia Pelle, da lui interpretato, è stato giudicato “film dell’anno” e ha ricevuto tutti i riconoscimenti possibili) in chiusura dell’Ischia Film Festival 2009 ha ribadito il desiderio di scuotere le coscienze grazie al cinema.
Alessandro Borghi con Boris Sollazzo a Ischia
“Voglio fare un film sulla vicenda di Giulio Regeni – ha detto l’attore romano –, perché non mi va giù. Giulio l’hanno fatto sparire e nessuno se ne assume la responsabilità in nome della diplomazia. Ma la diplomazia va meritata. Ho girato tanti produttori, ho anche detto che sono disposti a produrlo io stesso, ma ho trovato una situazione difficile, almeno in questo momento. Ma abbiamo già dimostrato quale può essere la forza del cinema e sono sicuro che ci saranno tante altre persone che proveranno a raccontare queste storie. Non c’è niente con il potere di empatia immenso del cinema e può raccontare la verità“.
Al co-direttore artistico del festival, Boris Sollazzo, Borghi ha raccontato come si è preparato ad affrontare il ruolo di Stefano Cucchi. “Naturalmente è stato difficile – ha spiegato – e l’ho preparato nel momento professionale più intenso della mia vita. Quando ho iniziato a dimagrire per entrare nel ruolo di Stefano stavo girando ‘Il Primo Re”, e continuavo a pensare come avrei dovuto affrontare il ruolo e il film. Poi a un certo punto ho smesso e tutto è venuto fuori. Credo che “Sulla mia pelle” sia un film bellissimo, mi ha cambiato la vita e la percezione di questo mestiere, ed è arrivato nel momento in cui mi sentivo maturo per affrontare questa storia, anche per la sua responsabilità sociale. Dopo è successo di tutto, dalle proiezioni clandestine al processo, ma ho sempre visto persone sedersi vicine per condividere un pensiero, anche se non era lo stesso, mettendo tutto sul tavolo alla fine. Perchè per essere umani bisogna solo essere messi al mondo, il giudizio sulle persone porta solo cose negative“.

Alessandro Borghi è Stefano Cucchi nel film “Sulla Mia Pelle”
Nell’ultima serata al Castello Aragonese l’attore ha anche raccontato di aver bisogno di continue sfide, sempre affrontate con rispetto. “La paura in questo mestiere ha un ruolo fondamentale, perchè mi fa esigere un certo grado preparazione e me lo fa superare, senza accontentarmi e arrivando sempre al massimo delle mie possibilità. In questo modo affronto ogni ruolo sereno”.
“Nella testa di ogni attore – dice ancora Borghi – si innesca un meccanismo di autodifesa. Il mio è quello di avere deciso di fare solo cose che ritengo belle per me. Da qui arrivano Stefano Cucchi, ‘Il più grande sogno’, ‘Fortunata’. E arrivano tutti dalla prima lettura della sceneggiatura, dalla prima impressione che ho del personaggio che sarà identico a come lo porterò sul set. Faccio questo mestiere da tredici anni e per dieci ho fatto televisione brutta, che è poi la maggior parte della televisione italiana. Ma è stata una palestra, oggi sono in forma perfetta per fare solo cose belle. Non faccio mai cose studiate a tavolino. Mi chiedono spesso perché non faccio commedie. Quando troverò una commedia che mi piace alla prima lettura la farò“.
I suoi amici, non solo sul set, sono Valerio Mastandrea, Luca Marinelli, “persone come me. I miei genitori sono i miei eroi da sempre, anche perché mi hanno permesso di crescere a contatto con la strada senza commettere errori, nonostante avessi molti esempi molto vicini di ciò che ti porta su una strada da cui non torna indietro. Guardarli da una certa distanza mi ha salvato e mi ha fatto capire come funzionano quelle dinamiche, e quando lo capisci, puoi interpretare qualunque ruolo. Non è difficile interpretare un borghese, è difficile interpretare quelli che vengono allontanati da tutti“.

Luca Marinelli e Alessandro Borghi in una scena di “Non Essere Cattivo”
Poi Alessandro parla del regista piemontese Claudio Caligari, scomparso nel 2015, che Borghi, Marinelli e Mastandrea hanno incontrato negli ultimi sei mesi della sua vita, sul set di un film splendido come Non Essere Cattivo. “Incrociare Claudio durante i pochi mesi che gli rimanevano è stata una benedizione. ‘Non Essere Cattivo’ ce lo portiamo addosso. In questi mesi qualcuno ha fatto un documentario sulla vita di Claudio. Luca era a Londra per lavoro, io a Roma, Valerio era già qui a Ischia, ne abbiamo visto qualcosa stando separati ed è stata un’emozione indescrivibile. E anche per questo mi dico grazie a Dio non succederà mai più, perché deve restare tutto così, è stato il più grande gesto d’amore che ho ricevuto nella mia vita“.
Lascia un commento