Il mondo della musica oggi è stato colpito da una terribile notizia. Linda Ronstadt ha dichiarato di essere affetta da morbo di Parkinson. L’artista statunitense gela il mondo ulteriormente dopo il suo ritiro, avuto due anni fa, dichiarando di non essere più in grado di cantare.
Linda, detta anche Queen of Rock, nasce a Tucson nel 1946 e si afferma sulla scena musicale negli anni ’70 interpretando canzoni di vari artisti. A seguito della pubblicazione di una serie di brani si impone nelle classifiche oltreoceano e, all’apice della sua carriera, viene considerata un sex symbol all’interno della scena musicale.
Musicalmente l’artista si è mossa all’interno del country e del folk, anche se le sue doti le hanno permesso di spaziare lungo vari generi, molto diversi tra loro, come il blues e la musica latinoamericana per poi, a fine carriera, ritornare alle sue origini, il folk.
Lungo il suo tragitto vince numerosi premi, vende milioni di dischi e infrange numerosi record. Negli anni ’70 diventa l’artista donna con maggior numero di tournée sulle spalle, e si guadagna anche il soprannome di First Lady of Rock. In sintesi, per chi non la conoscesse, non stiamo parlando di un’artista qualunque, di una tra i tanti. Linda è un puro sangue della musica, una di quelle donne che fanno credere nel potere delle donne, un mito aldilà degli stereotipi di Mtv. Una leggenda in carne ed ossa che, in quanto tale, deve pagare i conti con il tempo. Si è persa un’artista ma ci si augura che resti ancora per tanto tempo in circolazione. Le leggende non si ritirano e non muoiono mai. Sono sempre lì a disposizione di coloro che li amano. Hanno lasciato qualcosa, un segno nella storia, nelle nostre orecchie e, perché no, anche nei nostri cuori. Dunque, per rispondere alla domanda di Linda “Will You Still Love Me Tomorrow?” Sì Linda, lo faremo, domani e per sempre.
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