Disponibile su YouTube Ecce Bombo, un film italiano del 1978, diretto da Nanni Moretti. Il film è stato presentato in concorso al 31º Festival di Cannes. Secondo lungometraggio di Nanni Moretti, il film è stato girato in presa diretta in formato 16 mm, per motivi di risparmio, per essere poi successivamente “gonfiato” in 35 mm per la distribuzione nelle sale. A produrre il film furono gli attori Michele Placido e Flavio Bucci. A tal proposito quest’ultimo ricordò di come il giovane Moretti, dopo essere arrivato a girare addirittura ben 45 ciak a vuoto soltanto per un primo piano del suo stesso volto, gli si rivolse in cerca d’aiuto, chiedendogli che tipo d’inquadratura avrebbe utilizzato al suo posto. Il titolo del film deriva da uno straccivendolo che andava in giro urlando così, riportato in una delle scene del film. Altri titoli ipotizzati ma scartati per il film furono: Sono stanco delle uova al tegamino, Piccolo gruppo, Delirio d’agosto e Senza caviglie. Il personaggio dell’attore disperato alla continua ricerca di scritture, nonché poeta improvvisato, è interpretato da Luigi Moretti, padre del regista, che figurerà poi in altre pellicole del figlio. Tra gli altri attori, nei panni di personaggi secondari, figurano anche Augusto Minzolini, quale uno degli amici della sorella di Michele che cercano d’organizzare un’occupazione della loro scuola, e Giampiero Mughini, presente invece in una delle ultime scene del film, dove è ripreso dapprima a commentare un articolo riportante l’esito dei sondaggi elettorali d’allora e poi mentre recita una sorta di brevissimo monologo sulla prostituzione. Il film uscì in prima visione in Italia l’8 Marzo 1978; fu presentato al London Film Festival nel novembre successivo, mentre fu distribuito in Germania Ovest a partire dal 20 Novembre 1980. Con il soggetto e la sceneggiatura di Nanni Moretti, la fotografia di Giuseppe Pinori, il montaggio di Enzo Meniconi, le scenografie di Massimo Razzi, i costumi di Lina Nerli Taviani e Fabrizia Magnini e le musiche di Franco Piersanti, Ecce Bombo è interpretato da Nanni Moretti, Luisa Rossi, Glauco Mauri, Fabio Traversa, Lina Sastri, Piero Galletti, Susanna Javicoli, Maurizio Romoli, Cristina Manni, Lorenza Ralli, Giampiero Mughini, Carola Stagnaro, Giorgio Viterbo, Paolo Zaccagnini, Agenore Incrocci, Alberto Abruzzese.
Trama
La vita di Michele, studente universitario, si trascina tra molte discussioni e pochi fatti: dai tavolini dei bar ai microfoni di una radio privata, dalle sedute di “autocoscienza maschile” alla difficile convivenza familiare. Michele trascorre l’estate da solo in città; terminate le vacanze, una sera il gruppo decide di andare a trovare Olga, una ragazza con problemi psichici: dapprima Michele rifiuta, ma alla fine sarà l’unico a tener fede all’impegno.
“Ecce Bombo (1978), il secondo lungometraggio di Nanni Moretti, costa centottanta milioni di lire e incassa più di due miliardi, e il successo premia un lavoro che secondo l’autore doveva essere “un film doloroso per pochi, poi uscì il film e mi resi conto di aver fatto un film comico per molti”. Moretti afferma la sua autorialità e il suo metodo: d’ora innanzi i film, pur senza un disegno programmatico, avranno un po’ l’aspetto di laboratori di continuità, con attori e collaboratori che si avvicenderanno a dar volto di familiarità ai racconti. Alcune situazioni sembreranno talvolta anticipare momenti dei film successivi nel segno della coerenza e di un discorso che evolve, così come Ecce Bombo, con il precedente Io sono un autarchico, parrà come la seconda parte di un medesimo film, nella volontà di dare voce a quelle urla di Michele Apicella che liberano una psicologia nuova, dando spazio all’uscita dal grigiore di un ragazzo che vuole liberarsi dell’anonimato.
È un quadro sfaccettato e volutamente un po’ frastagliato di una condizione esistenziale, con Michele che parla con modi tutti suoi, prendendosi l’insofferenza anche maldestra di chi intende alzare la testa, e finisce per dare la fisionomia di un cinema che afferma un’identità nella propria dichiarata e auto-compiaciuta autarchia, momento di alternativa ai cosiddetti nuovi comici pronti a dare i loro frutti a partire dagli anni Ottanta (Verdone, Benigni, Troisi). Moretti cerca una sua strada ponendosi tra le crisi e i vuoti lasciati dopo la scomparsa dei grandi registi del neorealismo, come De Sica e Visconti, ma anche dopo il venir meno della propulsione offerta dal miglior cinema d’impegno civile o dell’epopea storica che ebbe in Rosi, Petri, Lizzani e Montaldo alcuni dei suoi nomi più credibili. L’autore alza subito la testa e propone una verve creativa che sorride beffarda, con un’ironia che quasi soltanto Federico Fellini, ancora recentemente omaggiato con un Oscar per Amarcord, sembra conservare. Tono caustico di un autore-attore, che intercetta nei suoi drammi agrodolci la dimensione crepuscolare e patetica di un individuo pronto a offrire, con le sue scivolate linguistiche (Michele che dichiara spudoratamente al telefono il suo innamoramento per Flaminia, che diverrà per un breve periodo la sua amante nonostante la distanza sempre mantenuta dalla ragazza), sprazzi delle sue turbinose giravolte esistenziali, creando un gusto che trova nel proprio autocompiacimento quella sintonia con il pubblico che si riconosce nelle idiosincrasie del protagonista.
Nasce il termine “morettismo” che caratterizzerà una fase e una cifra stilistica, la capacità di dar voce al proprio mondo coinvolgendo i paladini di un’immaginario anche evocato tra i riferimenti e persino tra i manifesti delle pareti di casa (qui Buster Keaton, ma in futuro anche Jerry Lewis – in Bianca – senza dimenticare Fellini e Woody Allen). In Ecce bombo si mette all’opera quella macchina narrativa che diviene vortice delle ansie che unisce una generazione attraversata dalle voci dei gruppi di autocoscienza, espressioni di una pluralità dove persino la casa del protagonista è, al contempo, uno spaccato della realtà del periodo ma anche luogo in cui lo scorrere del tempo trova un freno. La casa come luogo di accumulo per le tensioni di quel dialogo collettivo ancora espressione di un NOI generazionale animato, almeno nelle intenzioni, da un’etica solidale. Sin da qui, dal lungometraggio che lo rende un volto-segno di quegli anni, Moretti appare scomodo, nel tentativo (riuscito) di polemizzare con la retorica che riguarda anche la sinistra di cui egli è voce. E se la cura è un tentativo di cambiamento, la cura offerta in Ecce Bombo è una prospettiva di sguardo differente, con il solo intellettuale Michele che nel finale del film decide di andare a trovare una loro amica affetta da disturbi psichici (Lina Sastri), mentre tutti gli altri troveranno una scusa per non recarvisi, abili a intervenire con prosopopea sulla teoria degli sfruttati e del dolore soltanto quando si tratti di argomenti sulle pagine dei libri.
Cinema del dolore vero, dunque, e della consapevolezza di vivere tra le convenzioni e le ossessioni di una generazione, tra quei vezzi e quelle pose che portano l’egotista Michele a farsi “coach” degli amici pronti all’esame di maturità, che evidentemente vivono “fuori dal mondo” – ovverosia con beata abitudine nel loro piccolo mondo. Ne è un’espressione la sequenza del poeta Alvaro Rissa scelto come argomento di studio e portato all’esame di maturità, insieme momento di ribellione all’accademismo e di disorientamento che offre giustificazioni all’arte di arrangiarsi, con il giovane poeta, sconosciuto alla commissione esaminatrice, che si presenta in carne ed ossa, in quella che è giustamente ricordata come una delle pagine più spiazzanti e gustose di un film che fa molto sorridere nonostante l’amarezza di fondo”.
(Roberto Lasagna, insidetheshow.it, 2 Marzo 2021)
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